Mercoledì 24 Aprile 2024

Elezioni Abruzzo, malumori tra i 5 Stelle: "Tradire la nostra identità non paga"

Per alcuni il risultato alle regionali è un campanello d'allarme in vista delle europee. Trizzino: "La Lega punta a indebolirci". Paragone minimizza: "Voto locale è marginale"

Elena Fattori, senatrice 5 Stelle (Ansa)

Elena Fattori, senatrice 5 Stelle (Ansa)

L'Aquila, 11 febbraio 2019 - Non mancano i malumori nel Movimento 5 Stelle alla luce delle elezioni in Abruzzo. La Lega (28%) trascina il centrodestra alla vittoria con il 49% delle preferenze, mentre i pentastellati toccano appena il 20%, 20 punti percentuali in meno rispetto all'esito ottenuto alle Politiche di marzo. Se la candidata Sara Marcozzi nega il flop, confrontandosi solo con l'esito delle scorse amministrative quando il M5s prese il 21% (il Movimento "non ha nulla da rimproverarsi, è la sconfitta di Pd e Fi che hanno ceduto voti alla Lega"), dai grillini seduti in Parlamento arrivano critiche. Il voto abruzzese - dicono alcuni esponenti - è un campanello d'allarme per le elezioni europee di maggio. E secondo alcune un fronte interno preme con Di Maio per un'assemblea

"Purtroppo tradire la propria identità non paga - è il commento di Elena Fattori, la senatrice 'ribelle', nota per le sue posizioni contro il decreto sicurezza di paternità leghista -. Spero fortemente che ci sia uno scatto di orgoglio da parte del mondo 5 Stelle prima delle europee per non lasciare che abbiano la meglio le peggiori destre sovraniste. La sovranità che proponeva il Movimento era un approccio diverso". 

Anche secondo Giorgio Trizzino il voto di ieri "deve fare riflettere". Il deputato M5s mette in guardia dall'alleato di governo, nonostante le rassicurazioni di Salvini: "La Lega, oggi forte del consenso imprenditoriale del Nord e di vaste fasce di popolazione del centro e del sud e della propria struttura organizzativa, ha puntato scientificamente fin dal primo momento a indebolire ideologicamente e politicamente il movimento 5S, con il chiaro obiettivo di usarlo fino in fondo prima di gettarlo via".

Il programma di governo "nato 'paritario', quando invece avrebbe dovuto rispettare i rapporti di 2/3 e 1/3 - aggiunge -, vede oggi un deciso sbilanciamento sugli interessi dei ceti rappresentati dalla Lega in un contesto politico generale nel quale Salvini ha imposto i temi ideologici della chiusura razziale e della sicurezza personale, compromettendo l'identità plurale, sociale e tollerante del Movimento 5S". Anche per Gregorio De Falco, senatore espulso dal Movimento, il risultato negativo "è l'effetto da un lato di aver abbandonato la propria funzione moralizzatrice e dall'altro di aver preso una deriva verso finalità più consone alla destra".

Ancora più eplicita la posizione espressa da Davide Galantino: "Abbiamo perso 20 punti rispetto alle ultime politiche nonostante ci fossero meno liste in corsa - afferma in un post su Facebook il deputato pentastellato -. Ostentare risultati e alimentare troppe speranze non paga. Bisogna essere sinceri e soprattutto saper chiedere scusa quando non puoi mantenere fede a tutte le promesse fatte in campagna elettorale". L'esito dell'urna, anche se locale, deve "servire da lezione".

Nel M5s c'è una certa insofferenza per i politici-personaggio. Vedi il frotman Alessandro Di Battista, tornato in Italia dopo la parentesi in Sud America per sostenere il Movimento. "Gli elettori vogliono vedere i fatti. Le star andavano bene all'opposizione", dice Galantino. Sulla stessa lunghezza d'onda Fattori: "Dobbiamo essere imbattibili nella proposta di un programma approfondito. Non è mica un reality o 'Amici', è il futuro del Continente".

Gli esponenti più 'ortodossi' e vicini ai vertici si affrettano invece a sminuire la portata della debacle. "Subito dopo le politiche non abbiamo vinto in Molise e in Friuli: il voto delle amministrative è marginale - puntualizza il senatore Gianlugi Paragone - e si prendono in considerazione aspetti della quotidianità, è un voto che riguarda soprattutto la sanità". Per Paragone è sbagliato dare un significato che travalichi i confini della regione. Il risultato del voto "dice che i cittadini abruzzesi hanno gradito il modo in cui in questi anni sono state gestite le cose e quindi non avevano intenzione di cambiare. Evidentemente sono soddisfatti della gestione del centrosinistra e di quella del centrodestra nel recente passato".