Venerdì 26 Aprile 2024

Di Battista lascia i 5 Stelle: "Non posso far altro che farmi da parte"

Il suo commento in diretta Facebook all'esito del voto su Rousseau

Alessandro Di Battista

Alessandro Di Battista

Roma, 11 febbraio 2021 - Alessandro Di Battista lascia i M5s. In una diretta Facebook Di Battista ha respinto il sì a Draghi arrivato dalla piattaforma Rousseau: "Ho grandissimo rispetto per la decisione degli iscritti. Reputo gli attivisti e coloro che votano persone raziocinanti, persone perbene che non si lasciano influenzare. Il sì ha vinto col 60%, quindi zero polemiche. Allo stesso però dico che le decisioni si devono rispettare quando si possono accettare. Anche in questo caso io le accetto ma non riesco a digerirle. La mia coscienza politica non ce la fa". 

"Da diverso tempo non sono in accordo con diverse scelte del M5s e non posso far altro che farmi da parte. Non parlerò più a nome del M5s anche perchè il M5s in questo momento non parla a nome mio". E ha continuato: "Se un domani la mia strada dovesse incrociarsi di nuovo con il M5s vedremo. Grazie a Beppe, è lui che mi ha insegnato a prendere posizione e delle scelte contro corrente. Oggi non posso far altro, non ce la faccio a sostenere un governo con questi partiti, non posso andare contro la mia coscienza". 

I 'frondisti' del Movimento

C'è proprio un gruppo di 'irriducibili' nel Movimento 5 stelle che non vuole Draghi, e stanno pensando, riferisce una fonte parlamentare, ad un gruppo autonomo per posizionarsi all'opposizione. "Per ora ne stiamo parlando, poi vedremo". In serata il gruppo 'no Draghi' si incontrerà in video conferenza, tra questi: Granato, Lezzi, Angrisani, Abate, Cabras, Crucioli, Forciniti, Vallascas, Costanzo, Raduzzi, Volpi, Giuliodori, Maniero, Colletti. 

Anche diversi esponenti a palazzo Madama e a Montecitorio sarebbero delusi dal voto a Draghi: tra cui Moronese, Agostinelli, Naturale, La Mura, Mantero e Vanin. Hanno votato no sulla piattaforma 'Rousseau' anche esponenti come Toninelli e Lannutti, ma potrebbero rientrare come i 'contiani', che avevano espresso perplessità e chiesto che nel governo entrasse anche il premier uscente. 

Ora Dibba diventerebbe il riferimento per questi 'frondisti', lui che aveva riferito di non voler spaccare il Movimento, ma che dopo il voto ha deciso lo strappo: "E' stata una bellissima storia d'amore".