Governo Draghi, il sì M5s sulla piattaforma Rousseau

L'ok al premier incaricato ha raccolto il 59,3% dei voti degli iscritti. Draghi vuole una squadra subito operativa. Conte: "Con una maggioranza così estesa la coalizione può risentirne". Meloni: "Esecutivo ostaggio di Pd e 5 Stelle, se si votasse perderebbero"

Di Battista, Draghi e Grillo

Di Battista, Draghi e Grillo

Roma, 11 febbraio 2021 - Gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno votato sì al governo Draghi. Il voto M5S ha premiato il sì con il 59,3% dei voti (44.177), contro il 40,7% dei no (30.360). "Hanno espresso la propria preferenza 74.537 iscritti su una base di 119.544 iscritti aventi diritto di voto", riporta il Blog delle Stelle. Il capo politico M5s Vito Crimi, che aveva deciso la formula della domanda, ha commentato: "La democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante". Nessun commento invece da Davide Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau: "Per tutte le valutazioni politiche lascio e rimando agli organi politici del M5s che sicuramente sapranno rispondere meglio di me sul risultato", ha dichiarato sotto gli uffici milanesi della piattaforma. Il figlio di Gianroberto ha parlato solo degli aspetti tecnici della votazione e sul valore in termini di partecipazione e democrazia diretta: "Sono contento che anche questa volta siamo riusciti a unire e fare sintesi della volontà di tutto il M5s con la piattaforma Rousseau riuscendo a fare esprimere decine di migliaia di persone sulla volontà di fare partire questo governo. Questo è qualcosa che succede in Italia solo con il M5s, in altri partiti lo decidono 4-5 persone, è sicuramente qualcosa di molto rappresentativo e di molto collegiale.

Si sblocca lo stallo dei 5 Stelle anche con l'arrivo del superministero per la transizione ecologica, con cui si guarda al modello europeo: l'ipotesi di accorpamento con lo Sviluppo economico e il tema chiave dell'energia. Il nome in pole per la guida del ministero è Enrico Giovannini.

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Di Maio: "Prova di maturità"

"La responsabilità è il prezzo della grandezza", scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Oggi i nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese. In uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il MoVimento 5 Stelle sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi". Di Maio continua: "La fedeltà alla Nazione, oggi, si è mostrata più forte della propaganda. Questo è il M5S. Questo è il Movimento che riconosco e in cui ho scelto di spendere tutto me stesso. Voglio ringraziare ogni singolo attivista e iscritto alla piattaforma Rousseau che ha espresso il proprio voto". 

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Draghi, sui ministri no contrattazioni. Non salirà al Quirinale stasera

Mario Draghi non salirà stasera al Quirinale per sciogliere la riserva. Draghi sembra determinato a prendere tutto il tempo che gli è necessario in questa fase. Il premier incaricato, in vista del traguardo, ieri ha incassato anche l'ok delle parti sociali. Quanto al team di governo, i politici ci saranno, ma li sceglierà lui. Lo farà anche alla luce di quanto sentito dalle delegazioni dei partiti, ma senza aprire contrattazioni. Vuole una squadra che sia subito operativa.

Intanto il premier uscente Giuseppe Conte auspica che il nuovo governo possa formarsi al più presto, ma al Corriere rivela la preoccupazione che, essendo il quadro delle forze che si dichiarano disponibili molto esteso, "possa risentirne la coesione tra le forze stesse". E che possano aumentare "le difficoltà nell'azione di governo". 

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La leader FdI, Giorgia Meloni, a Radio Anch'io su Rai Radio Uno, ribadisce la sua contrarietà: "Penso che se si votasse noi avremmo la maggioranza e invece si continua a tenere qualsiasi governo ostaggio di una maggioranza che sarà comunque nelle mani del Pd e di M5s che, a occhio, non vincerebbero le elezioni, per fare cose distanti da quelle che vorrebbero gli italiani".

Il quesito su Rousseau

"Sei d'accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-ministero della Transizione ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?".

La polemica nei 5 Stelle

"La motivazione addotta per il rinvio del voto su Rousseau era l'asserita esigenza di attendere lo scioglimento della riserva sulla composizione della coalizione che sosterrà il Governo Draghi nonché l'imprescindibile necessità di valutare il programma di tale governo. Oggi quel voto è stato indetto senza che nulla di certo si sappia né sull'accozzaglia di partiti che voteranno la fiducia, né su ciò che tale eterogenea maggioranza intende realizzare". Il deputato M5S Pino Cabras pubblica su facebook un post dal titolo 'un voto al buio' di critica alla consultazione sulla piattaforma Rousseau, sulla partecipazione del M5S al governo Draghi. Oltre a Cabras, firmano altro dodici parlamentari pentastellati: Crucioli, Granato, Colletti, Lannutti, Angrisani, Abate, Maniero, Volpi, Giuliodori, Costanzo, Corrado, Vallascas.

I tredici ritengono "che la votazione indetta" su Rousseau "sia tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del m5s al Governo Draghi". "Chi saranno i ministri? Salvini, Boschi e qualche impresentabile di Forza Italia? Quali sono le fasce sociali che verranno sostenute maggiormente? I più deboli, i lavoratori o le banche e i detentori di rendite finanziarie? Nessun obiettivo sostanziale del governo Draghi - sottolineano i 13 malpancisti - è stato messo per iscritto né è stato anche semplicemente enunciato verbalmente. La motivazione del rinvio era dunque un mero pretesto per posticipare il voto ad un momento maggiormente propizio per condizionarne l'esito".

"Fatto ancor più grave, il quesito su cui votare, pubblicato oggi, è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del m5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza: dati i numeri abbondanti della maggioranza che sosterrà il Governo Draghi il MoVimento non potrà condizionarlo neppure facendone parte, ed anzi perderà parte della forza con cui potrebbe denunciarne l'operato standone all'opposizione", sottolineano. "Inoltre - prosegue il post - il quesito pone particolare rilevanza spacciando come risolutiva la 'creazione' di un Ministero della transizione ecologica, che in realtà altro non è che la mera ridenominazione del già esistente Dipartimento per la transizione ecologica, che peraltro avrebbe comunque avuto particolare importanza per espressa previsione del Recovery plan. Tutto ciò getta dubbi sull'utilizzo imparziale dello strumento di democrazia diretta da parte dei vertici del MoVimento".

La spiegazione di Casaleggio

"È stato Vito Crimi, in qualità di capo politico" del Movimento 5 Stelle, "a decidere in merito al quesito da porre" sul Governo attraverso la piattaforma Rousseau. Così ha spiegato Davide Casaleggio, che ha aggiunto: "Sono contento di vedere un processo di partecipazione collettiva con oltre 100mila persone che decideranno in che modo il M5s dovrà votare su questo governo". E ancora: "E' un nuovo modello di partecipazione che ci differenzia rispetto alle altre forze politiche, che decidono con 4-5 persone in una stanza".

Di Battista: "Curriculum Berlusconi ci pone il no"

"Da Dell'Utri a Bontate: il curriculum di Berlusconi ci impone di dire No al nuovo governo", è questo il titolo del nuovo articolo di Alessandro Di Battista su Tpi. "Non è accettabile dividere questioni economiche da questioni morali. Perché nella nostra Italia vi sono stati esempi virtuosi: imprenditori che hanno chiuso, non solo per scelte politiche sbagliate, ma perché assassinati per essersi opposti al pizzo. E l'hanno fatto mentre un imprenditore che oggi viene ricevuto con tutti gli onori nelle stanze del potere romano non ha fatto altro che pagare, pagare e ancora pagare. Ed oggi rischia di tornare al governo del Paese"