Venerdì 26 Aprile 2024

Sinistra unita solo contro il duce

La manifestazione antifascista evidenzia spaccature e imbarazzi

La sinistra ritrova magicamente l’unità in piazza a Roma condannando le leggi razziali. Si, quelle del ’38. Una dura condanna, cui potrebbe seguire presto una analoga presa di posizione contro l’omicidio Matteotti, e magari - chissà - una levata di scudi per i morti di Bava Beccaris. Fuor di metefora e adottando un registro di serietà, non è possibile non rilevare come la manifestazione di Roma organizzata dall’Anpi e dai sindacati cui hanno aderito diverse sigle di sinistra e che ha visto arrivare in piazza del Popolo anche i vertici Pd, abbia mostrato l’immagine di una sinistra divisa (e questa non è una novità, in fondo veniamo da una recente scissione) ma soprattutto capace solo di scendere in strada per condannare qualcosa che ormai appartiene al passato. Il rifiuto del fascismo e delle leggi razziali sono stati il mood della sfilata di Roma, mentre si è sorvolato sui motivi che hanno portato all’organizzazione del corteo, ossia il tema dell’immigrazione clandestina e delle reazioni della gente - giuste o sbagliate che possano essere - a questo fenomeno.

Le elezioni sono troppo vicine e l’argomento è troppo divisivo per metterlo in piazza, così il serpentone pacifico e colorato (di rosso) che si è snodato nei viali della Capitale al suono di Bella ciao ha posto l’accento soprattutto su slogan di condanna per eventi che ormai appartengono alla storia. Le leggi razziali, appunto. Il Pd si è unito ai manifestanti, ma solo alla fine e controvoglia, attento a non far la parte di chi non riesce a prendere una posizione e nello stesso tempo impegnato a non farsi risucchiare dalla narrazione boldriniana della società aperta, multiculturale, senza confini, quella in cui tutti gli immigrati sono comunque benaccetti. Le idee e le sensibilità su questo fronte tra le due sinistra sono troppo diverse. Un esercizio di equilibrismo difficile per i dem ma a una settimana dal voto era per Matteo Renzi a suo modo necessario.