Venerdì 26 Aprile 2024

Autonomie, M5s mette i paletti: "No a cittadini di serie A e B"

Salvini: "traguardo storico", c'è l'accordo con M5s per autonomie di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ma spuntano i dubbi pentastellati

Matteo Salvini (Imagoeconomica)

Matteo Salvini (Imagoeconomica)

Roma, 14 febbraio 2019 - L'autonomia regionale avanzata per Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna su sanità, scuola, lavoro, sicurezza, e perfino casse di risparmio non piace ai pentastellati. 

Anche se il vicepremier Matteo Salvini parla di "traguardo storico", e assicura: l'accordo con M5s c'è, e per rassicurare gli alleati, garantisce che non ci saranno cittadini di serie A e di serie B.  Di questo si è discusso a Palazzo Chigi, in un Consiglio dei ministri serale di circa un'ora. 

La ministra per gli Affari regionali Erika Stefani, del Carroccio, ha illustrato la bozza delle tre intese con le regioni "verdi" del lombardo-veneto (che nel 2017 avevano chiesto più poteri su 23 temi, tramite referendum) e la "rossa" Emilia Romagna (che si è accodata su 16 argomenti, senza chiamare i cittadini a consulto, per non creare problemi con l'allora governo a trazione Pd).  

Soddisfatti i governatori Attilio Fontana e Luca Zaia, entrambi del Carroccio. Mentre il dem Stefano Bonaccini, che guida la giunta che ha sede a Bologna, parla di un un buon passo avanti, "ma non certo quello conclusivo". 

Ma i dubbi maggiori arrivano dai gruppi parlamentari pentastellati che sottolineano come si debba "garantire servizi essenziali in misura uguale a tutti i cittadini, in qualsiasi Regione vivano", senza collocarli chi in serie A e chi in serie B.  

Dopo l'accordo dovrebbe partire la procedura prevista dal comma 3 dell'art. 116 della Costituzione. Dovrebbe essere cosa di pochi giorni, ma restano i dubbi pentastellati. 

Inoltre i testi delle intese, una volta firmati dai governatori, dovranno essere approvati dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti. Poi è da considerare che non saranno modificabili e quindi si dovranno limare prima che entrino a Montecitorio e Palazzo Madama.  

Questo è il punto che infastidisce i 5 Stelle: è inaccettabile che le intese vengano presentate come non emendabili dalle Camere. A riguardo scrivono: "Sarebbe paradossale impedire che il Parlamento possa formulare proposte di correzione a una legge che recepisce un'intesa che tocca la vita di tutti".