Mercoledì 24 Aprile 2024

'Italiana', trent'anni di arte e sfide. Geni della moda in mostra a Milano

Dalla nascita del pret-à-porter con Walter Albini alle Torri Gemelle e alla grande crisi, da Gigli e Armani a Versace, il racconto di un’eccellenza internazionale dal 22 febbraio a Palazzo Reale

Giorgio Armani, 1989 (Foto Aldo Fallai)

Giorgio Armani, 1989 (Foto Aldo Fallai)

Milano, 19 febbraio 2018 - Era il 1986 e un astro di stile gettò una luce splendente sul Made in Italy. Era Romeo Gigli al suo debutto in passerella a Parigi con la collezione intitolata “Bisanzio” che aprì un nuovo, superdecorato e sontuoso, percorso nella moda italiana. Erano anni di prodigi, di battaglie coraggiose, di azzardi, di gioie e di sfide siderali. Un debutto e subito il successo per Romeo, cose che oggi il fashion ha perso, preso com’è nell’ingranaggio del business a tutti i costi. La consacrazione di un italiano nella terra “nemica” francese, mai tenera con noi, ieri come oggi (basti pensare alle invidie che circondano Maria Grazia Chiuri, direttore creativo di Dior) eppure limpida nel riconoscere talento e genialità.    Nasceva quel giorno la moda/poesia, lo stile che affascina e suggestiona col colore di un velluto o un ricamo dorato, con l’abbraccio di una cappa imperiale. Il ritorno mediatico fu per l’epoca immenso, paragonabile in simultaneità ad oggi al tempo di Instagram. Stesse emozioni sulla piscina coperta del Ritz dove sfilava l’Atelier di Gianni Versace, il primo a mixare la seta a stampe barocche col jeans, come pure il caleidoscopio di paillettes dei minibiti ad alta seduzione di Enrico Coveri, l’essenzialità un po’ astratta di un talento eccezionale come Walter Albini, il punto di vista visionario di Giorgio Armani sulle conquiste della donna contemporanea che aveva nella giacca e nel tailleur pantaloni i simboli del suo nuovo potere nella società. Le sfilate di Armani nel vecchio teatro di via Borgonuovo sono una punta di eccelsa regia. Indimenticabili. Ora l’occhio della moda sul mondo spazia, dal 22 febbraio al 6 maggio, a Palazzo Reale a Milano nella mostra “Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001” a cura di Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Camera Nazionale della Moda Italiana, col supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e Agenzia Ice. Partner dell’esposizione sono Pomellato, che con questo sostegno festeggia i 50 anni, Yoox, Net-à-Porter e i manichini di La Rosa. Nove sale allestite in un colloquio continuo tra abiti e accessori con le opere di Michelangelo Pistoletto, Maurizio Cattelan, Francesco Vezzoli, Elisabetta Benassi, Vanessa Beecroft, Luigi Ontani, Alighiero Boetti e le foto di Gian Paolo Barbieri, Alfa Castaldi, Aldo Fallai, Fabrizio Ferri, Giovanni Gastel, Paolo Roversi, Oliviero Toscani. A quest’ultimo si devo l’immagine simbolo di “Italiana”, che è nome come aggettivo e anche come sostantivo per scelta degli stessi curatori Frisa e Tonchi che hanno selezionato 130 pezzi, una coppia che si tiene per mano coi capelli lunghi e un completo “Unilook”, dall’“Uomo Vogue” dicembre 1971 che parla di come stava cambiando in quell’anno la società italiana, non più scossa da guerre di genere ma alla conquista ognuno del proprio genere, in libertà.    "Abbiamo voluto far parlare la nostra moda – raccontano Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi nelle sale di Palazzo Reale – per raccontarla senza intenti agiografici e neppure cronologici. Vogliamo affermare una volta per tutte la sua identità, la sua importanza nel panorama internazionale. E le due date del titolo sono tutto questo: il 1971 è l’anno in cui si dà l’addio all’alta moda con Walter Albini che decide di sfilare a Milano col pret-à-porter, e il 2001 l’anno delle Torri Gemelle e della crisi e del ripiegamento, con la moda italiana che cambia pelle e si trasforma in un fenomeno globale". E viene voglia di toccarli gli abiti in mostra, da quelli regali di Gianfranco Ferré a quelli geniali di Moschino, con Giorgio Armani e quell’idea rivoluzionaria di donna in carriera che adotta il suo stile e lo impone sul lavoro come in casa, con Gianni Versace e le meraviglie di un guardaroba sexy anche per l’uomo. L’ultima stanza è dedicata agli accessori con le calzature d’arte di Mario Valentino e le eterne “Vara” le scarpe create da Fiamma Ferragamo che ancora oggi sono un best seller.