Moda sostenibile, 5 regole da seguire per fare acquisti consapevoli

Comprare il giusto, conoscere i materiali, prendersi cura dei propri capi, i filtri per il lavaggio, il second hand: ecco 5 regole per chi vuole una moda più sostenibile

Un vestito realizzato con tessuto riciclato

Un vestito realizzato con tessuto riciclato

L’acquisto di vestiti e accessori sostenibili passa anche da un’educazione all’acquisto e alla giusta conservazione dei capi di abbigliamento che già si posseggono. Scopriamo quali sono le regole più importanti da seguire per una moda davvero sostenibile, che duri nel tempo e permetta anche di risparmiare. 1. Comprare il giusto ed evitare il superfluo Ogni anno nei paesi europei, secondo un report pubblicato nel 2021 dal Parlamento del Vecchio Continente, ogni cittadino compra una media di quasi 26 kg di prodotti tessili, con un incremento di ben il 40% rispetto al 1996. Un dato emblematico che pone l’attenzione su quanti vestiti e accessori di dubbia necessità vengono comprati ogni giorno, riempendo l’armadio di capi che vengono indossati poco o nulla e che vanno soltanto ad alimentare l’industria della moda. La prima regola per un fashion davvero sostenibile dovrebbe essere quella di comprare esclusivamente ciò di cui si ha bisogno, tralasciando il superfluo, i doppioni e provando prima a cercare qualcosa di simile nell’armadio. 2. Conoscere i materiali con i quali sono prodotti i vestiti Essere consapevoli dell’impatto ambientale dei tessuti con i quali sono prodotti i vestiti è un altro passo fondamentale per la sostenibilità. La regola dovrebbe essere quella di privilegiare le fibre naturali o bio-based che pesano molto meno a livello di emissioni rispetto a quelle sintetiche e sono più facilmente riciclabili. Esistono poi delle certificazioni che garantiscono che materiali come la lana, il cotone e la seta siano davvero sostenibili. Si tratta delle sigle Ocs (Organic content standard), Gots (Global organic textile standard), Grs (Global recycled standard). Da evitare, infine, il poliestere, un derivato del petrolio molto impattante a livello di emissioni e anche molto difficile da smaltire, che viene impiegato per realizzare circa il 60% degli indumenti prodotti a livello globale. 3. Prendersi cura dei propri capi Allungare la vita dei capi che già si possiedono è un modo semplice e sostenibile per non alimentare il fast fashion. Bastano semplici regole come quelle di lavare i capi a basse temperature, evitare di utilizzare l’asciugatrice, non eccedere con i lavaggi e seguire sempre con cura le indicazioni che si trovano sull’etichetta dei vestiti.  4. I filtri per il lavaggio Per non disperdere nell’ambiente le tante microplastiche presenti nei vestiti (come il poliestere) bisognerebbe utilizzare a ogni lavaggio in lavatrice degli strumenti capaci di catturare le particelle sintetiche degli abiti, evitando il rilascio nell’ambiente. Si trovano in commercio nei negozi specializzati e online e hanno anche il merito di proteggere la qualità dei capi durante il lavaggio, prolungandone così la vita. 5. Il second hand Chi proprio non riesce a rinunciare a nuovi capi da indossare dovrebbe spostare le proprie intenzioni di acquisto verso il second hand, il vintage e i negozi per la moda circolare, senza alimentare l'industria del fast fashion nei negozi fisici e online. Ci sono anche delle app per smartphone come Vinted e Depop che permettono la compravendita di vestiti e accessori usati di ottima qualità e altri come Dresscode, specializzati nel noleggio temporaneo di capi, borse e scarpe.