Roma, 8 giugno 2025 – È, all’apparenza, un argomento per addetti ai lavori, addirittura “politicista”, secondo alcuni. In realtà, lo scontro sulla possibilità, per i presidenti di regione, di ricandidarsi per un terzo mandato, tocca uno dei nodi più avviluppati della democrazia: quello dei limiti, dei vincoli e dei contrappesi del potere, per evitare che la prolungata permanenza al vertice di un’istituzione pubblica determini la creazione di un potentato pericoloso.
Il problema, però, è che nella sacrosanta definizione di un confine temporale che impedisca che un incarico pubblico diventi potenzialmente un feudo personale occorre fare i conti con il rischio di escludere dalla competizione elettorale un candidato che, per capacità, competenze e esperienza, possa riscuotere un consenso maggioritario tra l’elettorato.

I due aspetti più contingenti
A rendere più complessa e controversa la questione sono anche almeno altri due aspetti più contingenti. Il primo riguarda la presenza/assenza di vincoli a seconda dell’incarico: per governatori e sindaci sì, ma in maniera differenziata, per parlamentari e i ministri no. Il secondo aspetto tocca la contesa politica del momento, per cui i partiti si muovono in relazione ai loro interessi elettorali e a quelli dei loro possibili candidati. Il risultato è una roulette russa di regole e limiti con una pallina impazzita che rischia di fermarsi di nuovo su una casella più o meno a caso senza nessun criterio razionale a suffragare la scelta.
Il punto fermo nazionale
Al contrario, se si riuscisse a compiere un salto di qualità nel confronto politico, lo scontro e il dibattito in corso potrebbero offrire l’occasione per cominciare a mettere un punto fermo nazionale almeno per le regioni (senza più distinzioni tra ordinarie e speciali) e, auspicabilmente, anche per i sindaci delle città. In questo senso si potrebbe anche giungere alla conclusione che possono andare bene tre mandati, ma come regola generale per regioni e comuni destinata a non essere stravolta alla prossima tornata di voto. In caso contrario, è certo che ci troveremo di fronte all’ennesimo pasticcio.