Mercoledì 24 Aprile 2024

Gucci dopo Alessandro Michele, a Milano sfila l'uomo. Pinault: "Bizzarri resta alla guida"

Prima passerella, tutta al maschile, dopo l'addio del direttore creativo. La linea disegnata dal gruppo stilistico interno strappa applausi tra pezzi di sartorialità e borse reinventate

Alcuni dei modelli della sfilata Gucci uomo (Ansa)

Alcuni dei modelli della sfilata Gucci uomo (Ansa)

Milano, 13 gennaio 2023 - "Giudicherete voi se questa sfilata Gucci vi piace…", dice Francois-Henri Pinault, presidente e ceo del Gruppo Kering proprietario del marchio galattico delle due G, seduto in prima fila, sorridentissimo, nella grande sala dell’headquarter di Gucci in via Mecenate dove si è svolta la prima passerella, stavolta tutta al maschile, dopo l’addio di Alessandro Michele (direttore creativo dal 2015 e fino a novembre scorso). Senza dubbio la sfilata di attesa di questa Milano Fashion Week organizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, presieduta da Carlo Capasa, da oggi e fino a martedì prossimo per una giornata tutta al digitale e con appuntamento clou lunedì 16 gennaio per la prima linea Giorgio Armani.

L’emozione è forte per questa prima volta, col pubblico di stampa e buyer curioso sì di vedere questo nuovo Gucci disegnato dal gruppo stilistico interno che ha sempre affiancato Alessandro Michele, ma al tempo stesso ancora sotto choc per l’addio e per un domani ancora incerto per il brand, nonostante la fama, la forza di prodotto e di storia di Gucci, il mito di un’eleganza straordinaria che rappresenta, e poi con l’exploit degli ultimi sei anni. Che succederà? Come sarà il nuovo corso? Intanto una prima certezza arriva proprio del presidente Pinault che in un colloquio con WWD America garantisce che il presidente e ceo Marco Bizzarri "è ben saldo in Gucci". Francois Henri Pinault garantisce che Bizzarri, che ha scoperto e lanciato Alessandro Michele in un tandem business-creatività forse irripetibile, "guiderà il prossimo capitolo del marchio", mettendo a tacere troppe illazioni. "Bizzarri ha la mia piena fiducia, l’ha sempre avuta - dice Pinault - Gucci ha bisogno di lui per costruire questo nuovo capitolo e sono convinto che ci riusciremo". Amen.

Poco più in là Marco Bizzarri, tutto di mauve di velluto vestito, saluta amici e ospiti con la consueta affabilità, sereno e - come dice - "tranquillo, felice, ottimista". Non dice di più se non un incoraggiante "e ora godiamoci lo show".

Un momento della sfilata maschile di Gucci a Milano
Un momento della sfilata maschile di Gucci a Milano

Ecco godiamocelo con la musica bella della band Ceramic Dog di Marc Ribot, tre musicisti in grazia e talento al centro della scena coi modelli, 48, che girano intorno alla performance dal vivo che alla fine si diluisce in una carica di batteria con pochi eguali. Ed è già un’emozione questo, come lo è stata arrivando in via Mecenate l’attesa di questo défilé certo diverso, più giudizioso, meno fantasioso e affascinante di quelli visti finora. Gucci ritorna a far sfilare la collezione uomo da sola, mischiando pezzi a tutta sartorialità come i cappotti di cashmere color naturale e jeans con un foulard gauffrè su una coscia, giacche dalle spalle ben piazzate che hanno le maniche che si sdoppiano, lunghe o corte, a seconda dell’estro e dell’individualità di chi le indossa, con un gioco di asole e bottoni che poi si ripete anche a metà pantaloni. Un ritorno al classico, dice qualcuno, quasi una restaurazione certo non formale. A molti tra giornalisti e buyer la rinuncia di Michele ha lasciato un po’ di amaro in bocca e dimenticare si può, ma con un po’ di calma. All’uscita però prevalgono i sorrisi, gli "speriamo" di chi vende Gucci nel mondo, i sospiri degli irriducibili amanti del lusso e dell’estrosità a cui Alessandro ci aveva magicamente abituato.

I ragazzi dello staff interno si sono dati da fare, specie nel reinventare al maschile le borse Jackie e Dionysus che già fanno sognare. Non male anche i mocassini anni Settanta con punta arrotondata, sorprendenti i pantaloni da sera che diventano gonne lunghe fino a terra con enormi spacchi, il caban bianco tutto ricamato di paillettes. Inarrivabile l’alta artigianalità della maison fiorentina per le borse di coccodrillo Jackie declinate in colori pastello che mettono ancora più in risalto le silhouette allungate e il carattere tutto volutamente d’improvvisazione e di emozione nel vestire di questa collezione Gucci, per uomini sempre a caccia di una nuova individualità individualità.

"È una collezione di transizione - dice Silvia Crespi Bini che ha i più bei negozi a Viareggio - e non poteva che essere così. Ma sono contenta che Gucci abbia deciso di sfilare oggi". Beppe Angiolini, presidente onorario dei buyer italiani e proprietario di un faro di stile come Sugar ad Arezzo è come sempre diretto e spontaneo: "Mi è piaciuta, sì, mi è piaciuta questa collezione. Trovo interessante l’abbinamento dei colori, i cappotti sono bellissimi, questo è un classico che si mischia col fashion!”.

Alla fine non esce nessuno per l’applauso finale, spontaneo e caldo, gli stilisti dello staff interno hanno preferito così e anche questa è una gran prova di eleganza e di rispetto.