Mercoledì 24 Aprile 2024

Anna Wintour, il Diavolo veste (ancora) Prada. E ha 70 anni

Caschetto e occhiali neri, festeggia col compleanno una seconda giovinezza. Resta la signora più temuta d’America

Anna Wintour

Anna Wintour

Milano, 3 ottobre 2019 - Impenetrabile. Impassibile. Impietosa. Il suo pollice verso può distruggere molto carriere nel fashion system. Come un suo sorriso o un sua copertina possono lanciare stilisti, dive, top model. Basta che non si chiamino Melania Trump che da quando è first lady aspetta invano un cenno e una cover su "Vogue America", la Bibbia della moda, da parte Anna Wintour, fashion editor e Papessa dello stile eletta a vita. Perchè l’algida, inglesissima, Anna proprio non ne vuole sapere della bella e stilosa Melania e mai le darà la soddisfazione delle varie copertine che ha dedicato a Michelle Obama, da strenua sostenitrice di Barack e poi di Hillary Clinton per la quale Wintour molto si è spesa per la corsa (mancata) verso la Casa Bianca. 

Oggi questa donna potentissima compie 70 anni, un’età che metterebbe in crisi qualsiasi uomo e qualsiasi donna ma che per lei si sta rivelando una seconda giovinezza, perché oltre a dirigere Vogue America è stata nominata direttore artistico di Condè Nast: nata a Londra ma dal 1988 alla guida di "Vogue America" a New York e per questo anche cittadina americana, Dame Anna è figlia di Charles Wintour, direttore del London Evening Standard, e ha dunque nel sangue l’arte del giornalismo. Appassionata di moda fin da giovanissima, e pazza per le minigonne di Mary Quant, la giovane di buona famiglia viene assunta da Harper’s and Queen a Londra e qui muove i primi passi nello chic e nello snob. Ambiziosa e determinata capisce che è l’America la sua terra promessa e qui sbarca per Harper’s Bazaar, poi torna a Londra a dirigere il British Vogue al quale cambia completamente "faccia" e contenuti. L’approdo di nuovo nella Grande Mela nel 1988 ne fa il personaggio ideale per libro e film "Il Diavolo veste Prada" che la fa entrare nel mito delle donne di potere. Gli occhi sempre nascosti dietro gli occhiali neri, la faccia carina ma troppo perfetta per i 70 anni tuffata nel caschetto che si fa pettinare due volte al giorno, il corpicino snello che si pavoneggia nei tailleur dell’amico Karl Lagerfeld per Chanel, negli abiti di Miuccia Prada, nelle pellicce di Fendi, i sandali di Manolo Blahnik, sempre senza calze anche con la neve. 

Sveglia alle 6, a NY come a Parigi o Milano, e via verso l’eterna partita di tennis che le permette di mostrare ancora le braccia nude quando benedice e presenzia al Met Ball al Metropolitan Museum che la vede ogni anno sempre più divina e imperante. Perchè Anna Wintour ha già una sezione del grande museo newyorkese a lei dedicata, l’Anna Wintour Constume Institute. Un marito oggi ex, lo psicologo David Shaffer, due figli Katherine detta Bee (sposata con Francesco Carrozzini, figlio dell’amica Franca Sozzani) e Charles, fidanzata da anni con l’imprenditore texano Shelby Bryan, Anna guadagna ogni anno due milioni di dollari. Certo non è una donna simpatica né tanto meno cordiale, sorride a pochi eletti, specie ai magnati dei grandi gruppi del lusso e agli stilisti suoi delfini che piazza con imperio alle varie direzioni creative.  Alle sfilate arriva per ultima e scappa via per prima, tra le guardie del corpo, riverita come una Madonna.