Giovedì 25 Aprile 2024

Anna Dello Russo vende i suoi abiti. "Tutto all’asta per aiutare i giovani"

Il progetto di mecenatismo della giornalista fashion editor di Vogue Japan: "I prezzi partono da 50 euro, voglio che siano democratici"

Anna Dello Russo, fashion 'maniaca' (Abacapress)

Anna Dello Russo, fashion 'maniaca' (Abacapress)

Milano, 17 febbraio 2018 - "Vorrei essere Gisele, tutta la vita. La Bundchen per me è il simbolo di una bellezza sana, di vita, con quel fisico là, quei capelli luminosi di sale, sempre sulla spiaggia. Sì, avrei voluto nascere Gisele". Ride Anna Dello Russo e tuffa le mani soddisfatta e felice dentro la magic box dorata che contiene il libro di tutta una vita, “AdR Book: Beyond Fashion” pubblicato da Phaidon e lanciato il prossimo 24 febbraio durante Milano Moda Donna in una serata che si annuncia elettrizzante. Il progetto è supportato da Swarovski, grazie all’intuito di Nadia Swarovski che ha voluto creare per l’occasione una capsule collection come Atelier Swarovski by Anna Dello Russo con collane, tiare, orecchini e spille.

Il volume è il prodromo di una bella operazione di mecenatismo che la giornalista fashion editor di “Vogue Japan” dal 2006, una delle donne più eccentriche ed eleganti del mondo con un blog seguitissimo e 1,4 milioni di follower su Instagram, ha messo a punto in due anni riordinando prima il suo sontuoso archivio di abiti e accessori e poi decidendo di metterlo all’asta (30 outfit speciali verranno battuti proprio la sera del 24 da Christie’s e poi gli altri pezzi messi in vendita su Net-à-porter) per Swarovski Foundation Scholarship Program e per British Fashion Council Education Foundation per borse di studio per i futuri talenti della moda.

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Anna, se ti dico che sei un’icona di stile? «Mi metto a ridere! E faccio ridere anche te. Io mi reputo una appassionata di moda. Mi diverto coi vestiti come un giardiniere coi fiori. E morirò avendo già deciso il look per l’occasione. Insomma gli altri si drogano, io mi vesto», scherza nella sua casa milanese con vari tocchi barocchi, un mare di libri, lo sguardo sempre rivolto ad Angelo Gioia, da tre anni l’amore bello della sua vita".

Cosa disse di te Helmut Newton? «Mi definì fashion maniac».

Dopo la selezione dal tuo appartamento-archivio cosa ti sei tenuta per te? «Un po’ di vestiti, qualche cappello e solo le scarpe firmate Azzedine Alaia e Manolo Blahnik. Il resto tutto in vendita e spero che facciano molti acquisti le ragazze. I prezzi partono da 50 euro, voglio che siano democratici».

Cosa c’è nel libro? «Non c’è niente di serio. Non ho voluto autocelebrarmi, sento che si è chiusa un’epoca dopo anni onnivori nella moda ora per me c’è l’amore per Angelo prima di tutto. E vorrei reinventarmi, fare altro, magari una fiction sulla moda che dia il là ad un nuovo linguaggio per il fashion. Poi vorrei meditare, stare di più nei miei trulli a Cisternino, fare yoga, nuotare. Non stare più in questo tritacarne. Per questo il mio book è scherzoso: c’è il diario che ho sempre tenuto, ci sono le figurine della mia moda da attaccare nell’album, ci sono le bambole di carta da vestire, il libro con le capitali del fashion, la Messa Cantata coi riti della vita di una fashionista, e perfino i francobolli. Luca Stoppini che ha curato “AdR Book” ha fatto un gran bel lavoro».

C’è chi dice che oggi nella moda c’è bisogno di un bel reset. Che ne pensi? «Giusto. Sta tornando di moda l’antimoda, alla Margiela, come tornano gli anni Novanta. Il consumo di moda bulimico non mi piace, come lo spreco. La moda può aiutare a ripulire il pianeta per questo il messaggio di sostenibilità è importante».

E le pellicce? «Anch’io sono per dire basta. E ne metto in vendita due e devolvo l’incasso alla Peta».