Mercoledì 24 Aprile 2024

Zero termico previsto sui 4mila metri per caldo anomalo, Mercalli: “A gennaio come d’estate”

Il climatologo esperto di ghiacciai: “Problema mondiale, per le Alpi siamo completamente al di fuori di quello che è accaduto per secoli”. Le conseguenze su insetti e parassiti

Roma, 24 gennaio 2024 – Caldo anomalo a gennaio 2024, zero termico previsto sui 3.500-4mila metri. Se saranno confermati sono “valori come d’estate”, scandisce Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana. E subito dopo bisogna aggiungere che il climatologo esperto di ghiacciai dà l’allarme su questi cambiamenti da trent’anni. Inascoltato “come il medico che ti dice, smetti di fumare e di bere. E tu rispondi: magari domani”. 

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"Un problema mondiale, basta guardare i dati. Sullo zero termico in pieno gennaio non dovremmo avere valori di questo genere. Che sono quelli di luglio-agosto”.

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Va a finire che saltano anche i giorni della merla, considerati i più freddi dell’anno.

"Sappiamo bene però che in quel caso parliamo di una tradizione che non ha conferme scientifiche. In realtà i giorni più freddi dell’anno sono quelli attorno al 15 gennaio. A fine mese, invece, abbiamo già recuperato una buona ora di sole in più. Questo non toglie che ogni anno può avere il suo andamento. Il picco del freddo può arrivare anche a febbraio”.

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Che cosa ci dobbiamo aspettare?

"La stagione sta andando in modo decisamente anomalo, come peraltro quelle che l’hanno preceduta. Per i prossimi 15 giorni non si prevedono grandi cambiamenti. Oggi, 24 gennaio, si preannuncia un giorno caldissimo un po’ ovunque, soprattutto nel Nord Italia e sulle Alpi. In questo momento, alle 11 del mattino, a 1.500 metri sulle Api occidentali, ci sono 13 gradi. E stanotte non ha gelato, la minima era di 10. Sono fenomeni sempre più frequenti, non sono più rari se guardiamo agli ultimi 10 anni. Anche per l’inverno attuale, dicembre e gennaio sono al momento a livelli record di caldo”.

Di quanto dobbiamo tornare indietro per trovare valori diversi?

"Per il clima alpino siamo completamente al di fuori di quel che è accaduto per secoli”.

Ma ad agosto allora cosa è prevedibile?

"Probabile che si ripeta il record assoluto degli ultimi due anni, quello dello zero termico a 5.200 metri. In altre parole, il ghiaccio fondeva anche sulla vetta del Monte Bianco. Dai carotaggi glaciali sappiamo che sono casi assolutamente nuovi, nei secoli”.

C’è il ricordo indelebile della Marmolada, 11 morti nel disastro di domenica 3 luglio 2022. Ci dobbiamo aspettare altri crolli? “Per i crolli glaciali non basta il caldo, questi eventi dipendono molto anche dalla forma dei ghiacciai. Che sono in perenne mutamento. Non solo, contano poi fattori di forma del sottosuolo. La conferma di tutto questo è che quel giorno lo zero termico era sopra i 4.500 metri su tutte le Alpi. Ma l’evento si è verificato solo sulla Marmolada”.

Le conseguenze dell’analisi sul clima? “Che presto scapperemo anche noi, proprio come i migranti. La fuga dai disastri si sta verificando anche nella ricca Europa, come per le ripetute alluvioni nella Francia del nord”.

Se a febbraio torna il freddo?

“Intanto avremo conseguenze sulle fasi fenologiche dei vegetali. Se l’inverno è caldo, le piante anticipano la fioritura. Ma se poi arriva la gelata, ho una totale perdita del raccolto, è già successo nel 2017 e nel 2021. Basta anche una notte di gelo, bastano poche ore”.

Tutto stravolto?

"Sì, il freddo trova le piante in piena fioritura anziché dormienti e sballa il ciclo biologico a cui sono abituate da millenni. Inoltre, aumenta il numero di insetti e parassiti, le larve infatti non vengono eliminate dalle basse temperature”. La prima volta che ha lanciato l’allarme?

"Dobbiamo tornare indietro a 32 anni fa, alla prima conferenza sul clima di Rio de Janeiro, con la firma da parte di tutti i paesi della Convenzione sul clima. E dobbiamo solo stupirci di una cosa: non stiamo facendo niente”.