Giovedì 10 Ottobre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Magazine

Vespe di terra, come riconoscere il nido? L’entomologo: a cosa fare attenzione e quando preoccuparsi

Enzo Moretto, fondatore e direttore di Butterfly Arc, la ‘Casa delle farfalle’ di Montegrotto Terme e di Esapolis, il museo degli insetti di Padova: “Ecco qual è la parte del corpo più pericolosa per le punture”

Roma, 13 settembre 2024 - Non solo vespa velutina e vespa orientalis. La vespa di terra - nome scientifico Vespula germanica - in questa stagione continua ad essere un rischio per chi va a cercare funghi ma anche per chi si dedica al giardinaggio o ai lavori agricoli (e deve fare grande attenzione anche alle punture di zecche).

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Roma, 17 settembre 2024 - Funghi velenosi, quali sono le specie letali o che possono intossicare pesantemente? Nei giorni scorsi Carlo Locatelli, direttore del Centro nazionale antiveleni IRCCS Maugeri di Pavia, aveva spiegato a Quotidiano.net che ogni anno, da ottobre, arrivano in quella struttura di eccellenza almeno 1.000-1.500 intossicati. Un numero che fa pensare. E ora che ci avviciniamo alla stagione - e andare per boschi vuol dire anche fare attenzione a zecche e vespe di terra - abbiamo chiesto a Nicolò Oppicelli, micologo, naturalista, esperto di funghi dall'esperienza internazionale e autore di libri sull'argomento, le indicazioni per riconoscere le 5 specie più pericolose. In Italia, mette in guardia l'esperto, "sono 15 le specie letali, una trentina quelle che provocano avvelenamenti".

Prima di iniziare il nostro viaggio tra boschi e parchi, l'esperto mette come premessa alcune considerazioni. "Il problema alla base - analizza - è che oggi le persone si rivolgono sempre più spesso al telefonino per cercare una risposta ai dubbi. Ma una risposta su due è sbagliata. Non solo. Molti si improvvisano cercatori, senza avere le competenze giuste. Mettono tutto nel cesto. Poi chiedono conferma con una foto. Ma questo è un errore gravissimo. Perché le diagnosi vanno fatte vedendo i funghi, di persona. Ho vietato le fotografie, sono stato uno dei primi a farlo. Ripeto, i funghi da consumare devono essere visti. Non esiste un’identificazione via cellulare, quando si devono consumare. Al massimo questo va bene se devi studiare i funghi. Ma se vuoi mangiarli, è troppo pericoloso".

L'altra premessa che sta a cuore all'esperto è l'etica della raccolta. "Andare a funghi - ribadisce - vuol dire prima di tutto rispettare la natura. E non vanno raccolte, ma nemmeno distrutte, le specie che non si conoscono. Perché i funghi sono componenti fondamentali del nostro ecosistema, tutti hanno un ruolo. Questo, alla fine, dal punto di vista naturalistico è il lascito migliore per i nostri figli".

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Abbiamo chiesto all’entomologo Enzo Moretto, fondatore e direttore di Butterfly Arc, la ‘Casa delle farfalle’ di Montegrotto Terme e di Esapolis, il museo degli insetti di Padova, quali siano i segnali a cui prestare attenzione per evitare conseguenze che possono essere anche molto pericolose, fino allo choc anafilattico.

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Vespe di terra, come riconoscere il nido?

Quando vediamo un buco nel terreno dobbiamo essere molto prudenti.  “Questi animali - chiarisce Moretto - costruiscono sempre i loro nidi dove trovano terra smossa e cavità, in casa anche nei cassoni delle tapparelle, in giardino dove batte il sole perché hanno bisogno di caldo. Queste vespe sono sempre state un rischio per tanti agricoltori, ad esempio durante i lavori di aratura”.

Vespe di terra, sono più aggressive?

Ma la vespa germanica è più aggressiva? “Sì - risponde l’entomologo -, quando inconsapevolmente ci avviciniamo al nido e le disturbiamo, rispondono con grande aggressività. Il nido non si vede, è sotto terra. Per costruirlo usano fibre vegetali, legno marcio ma anche carta e cartone, lo masticano con le mandibole e ottengono una poltiglia”.

Come avviene l’attacco?

“La prima vespa che ti punge attira tutte le altre, sì proprio come avviene nei cartoni animati. Il pungiglione delle vespe è uno stiletto liscio, non ha seghettature, l’animale non muore come succede invece alle api. Il veleno, soprattutto all’inizio, ha un odore molto concentrato e forte, così attira lo sciame. Adesso, a fine stagione, cominciano a formarsi le generazioni di maschi e femmine, le future regine che cercheranno di passare l’inverno in luoghi riparati. A sud, dove fa più caldo, possono sopravvivere colonie anche nella brutta stagione. La regola numero uno: prima di mettere le mani per terra bisogna guardare bene, soprattutto se si vede terreno smosso”.

La puntura di vespa: cosa si rischia

“Le vespe hanno un’altissima incidenza di danni sulla salute, in qualche caso gli effetti possono essere letali - mette in guardia Moretto -. In caso di reazione allergica, si rischia la vita. E non possiamo sapere quando si può verificare. Difficile anche capire cosa può accadere dopo la prima volta”.

Qual è la parte del corpo più pericolosa?

Bisogna stare molto attenti se si viene punti in gola, perché l’azione del veleno è vicina alla zona che ci consente di respirare. Andando in moto o in bicicletta, può anche capitare di ingoiare addirittura una vespa ma basta anche una puntura sul collo. A fine stagione, capita di essere punti sulle mani perché loro cercano acqua e sono ovunque. Se si vedono comparire bolle e gonfiore bisogna preoccuparsi”.