Venerdì 26 Aprile 2024

Un po’ turista per caso un po’ Hulk Addio a Hurt, l’attore eclettico

Morto per cause naturali a 71 anni il premio Oscar per “Il bacio della donna ragno“

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di Giovanni Bogani

È morto ieri, a settantuno anni, William Hurt. L’attore statunitense aveva vinto l’Oscar come miglior attore nel 1986, per Il bacio della donna ragno, lasciando il segno nel cinema degli anni ’80 anche con film come Il grande freddo e Brivido caldo. Ha continuato a essere protagonista di grandi film d’autore, come Smoke di Wayne Wang, Orso d’argento a Berlino. Nel corso della sua lunga carriera, è stato nominato quattro volte all’Oscar.

La sua carriera, però, non è confinata agli anni ’80 e’90: si è fatto conoscere anche alle generazioni più giovani con il suo personaggio del generale Thaddeus Ross ne L’incredibile Hulk, personaggio che ha ripreso in seguito in Captain America: Civil War, in The Avengers e in Black Widow.

Hurt era nato a Washington, D.C. il 20 marzo 1950. Famiglia borghese, intellettuali: la madre lavorava al "Time" e il padre era in politica, con un incarico per il Dipartimento di Stato. Quando i genitori divorziarono, lui aveva sei anni: la madre si risposò con il figlio dell’editore di "Time Magazine", Henry Luce III. Un’adolescenza da privilegiato, se non da predestinato: studi di teologia, poi l’ingresso alla prestigiosa Juilliard School per diventare attore. All’inizio degli anni ’80, la fama, quando appare in un torrido noir, pieno di risonanze erotiche, con Kathleen Turner: Brivido caldo.

Seguì un ruolo da protagonista in Gorky Park, e poi la partecipazione a "Il grande freddo", film iconico degli anni ’80, sui baby boeme diventati adulti, fra rimpianti e nevrosi. L’Oscar arriva per il personaggio di omosessuale nel Bacio della donna ragno di Hector Babenco. Il film riceve l’elogio del più severo e stimato critico americano, Roger Ebert: "Hurt è intenso in manierismi e atteggiamenti teatrali, e tuttavia sembra sempre vero". In Figli di un Dio minore è insegnante in una scuola per sordomuti: anche quel film va forte agli Oscar, che premiano Marlee Matlin, la sua coprotagonista. E Hurt è nella A-list, come dicono negli Stati Uniti, degli attori. Dagli anni ’90 Hurt comincia a sentire il peso della notorietà: cerca la privacy ad ogni costo, rifiuta ruoli facili, come un’apparizione in Jurassic Park.

E lotta con la dipendenza da droghe e alcol. Ma è ancora del 1991 il bellissimo Fino alla fine del mondo di Wim Wenders che lo vede protagonista in 18 Stati diversi del mondo. Zeffirelli lo vuole per Jane Eyre nel 1996. E sarà il padre disperato, autoritario, del ragazzo ribelle di Into the Wild, il capolavoro di Sean Penn del 2007. Ha avuto due mogli, una relazione importante con Marlee Matlin, sua partner in Figli di un dio minore, e una con l’attrice Sadrine Bonnaire. Lascia tre figli, Samuel, Willie e Jeannie.

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