Giovedì 25 Aprile 2024

Un Piccolo Principe d’amore e tradimento

L’epistolario di Saint-Exupéry e sua moglie Consuelo: una relazione passionale con molte cadute. E il libro capolavoro dedicato a un’altra

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di Giovanni Serafini

"Consuelo, mia bambina adorata, mia fontana musicale, mio giardino, mia prateria"… "Tonio, mio pesce volante, mia farfalla straordinaria, scatola magica del mio desiderio"… Si sono scritti per quindici anni, nell’epoca in cui esistevano ancora le corrispondenze intime, per dirsi tutto il bene e tutto il male possibile: in 160 lettere Antoine de Saint-Exupéry e sua moglie Consuelo si sono messi a nudo scambiandosi parole di passione e di sconforto, di speranza e di tormento, lungo un percorso di vita iniziato nell’estate del 1930, quando si videro per la prima volta, e terminato tragicamente nel luglio del 1944, quando lo scrittore-pilota precipitò in mare a bordo del suo aereo.

Rimasto per tutto questo tempo inaccessibile a causa di vincoli e contrasti fra gli eredi, l’epistolario viene infine alla luce integralmente, con i disegni, le note e le fotografie che accompagnavano le lettere. Lo ha pubblicato Gallimard nella collezione Blanche (Antoine de Saint-Exupéry, Consuelo de Saint-Exupéry - Correspondance): 336 pagine che raccontano la storia di una coppia meravigliosa e infernale, piena di contraddizioni e di rancori ma al tempo stesso indissolubile.

"C’era una volta un bambino che scoprì un tesoro, troppo bello per lui, perché i suoi occhi non sapevano capirlo e le sue braccia non riuscivano a trattenerlo. Allora il bambino divenne melanconico", scrive l’autore del Piccolo Principe nella prima lettera a Consuelo. E continua: "Mi sento come un barbaro che ha catturato una prigioniera troppo bella e non capisce quello che dice perché parla un’altra lingua". Siamo nel 1930, a Buenos Aires. Saint-Exupéry è il responsabile dell’Aeroposta Argentina e deve organizzare voli con destinazione Rio, Montevideo e Puerto Alegre. Ha già pubblicato un romanzo, Courrier Sud.

Una sera, a una festa dell’Alliance Française, gli viene presentata una seducente vedova di 31 anni (lui ne ha 30), originaria del Salvador. Si chiama Consuelo Suncin, ama la letteratura e la pittura, ha viaggiato in California e in Messico e si è trasferita a Parigi dove ha sposato un uomo ricchissimo, Enrique Gomez Carrillo, scrittore e diplomatico guatemalteco. Il matrimonio è durato poco: Carrillo è morto nel 1927 e ha lasciato alla giovane moglie un’eredità che le consente una brillante vita mondana e artistica. L’incontro fra Saint-Ex e Consuelo è un colpo di fulmine per entrambi: s’innamorano e meno di un anno dopo, nell’aprile 1931, si sposano a Nizza.

La relazione è intensa, esaltante, ma si rivela presto tempestosa, scandita da rotture violente e ineluttabili riappacificazioni. Lei è volubile, capricciosa, ipocondriaca, gelosa. Lui è assente, tormentato, ansioso, ossessionato dalla continua ricerca di altre donne. Non possono né separarsi né vivere insieme. Sono indispensabili l’uno all’altra ma continuano a ferirsi. Sempre in viaggio fra cielo e terra, lo scrittore ha pubblicato un nuovo libro, Vol de nuit, e collezionato una quantità di amanti. Consuelo, lontana e splendida, resta il suo idolo sentimentale. Lui la tradisce ma continua ad amare solo lei.

Nel 1935, quando è in Spagna come reporter per seguire la guerra civile, Antoine le manda messaggi appassionati in cui la chiama "Pimprinella", "pulcino mio", "piuma dorata". Nel 1940, quando decide di esiliarsi a New York per sfuggire alla Francia collaborazionista di Vichy, la implora di raggiungerlo. E Consuelo, che nel frattempo si è lasciata corteggiare da "quel coglione di André Breton" (così viene definito da Saint-Exupéry), accetta e vola da lui.

Per mesi, fino a tutto il 1942, marito e moglie vivono il miracolo della pace e dell’amore ritrovato: è nella sua bella casa di Long Island, a Northport, sotto lo sguardo benevolo della moglie, che Saint-Ex dà vita al Piccolo Principe. Un capolavoro tradotto in 270 lingue di cui si venderanno 200 milioni di copie. Consuelo ne è l’ispiratrice: è lei "la rosa, un fiore unico al mondo che non esiste da nessuna parte tranne che nel mio pianeta". Peccato che lo scrittore – crudeltà inaudita e imperdonabile – non dedichi Le Petit Prince a sua moglie Consuelo, l’unica donna che lo meritava, ma a Sylvia Hamilton, una sua amante newyorchese…

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