Venerdì 26 Aprile 2024

"Torno con Zelig. E voglio ridere di tutto"

Tre puntate speciali in ottobre a 25 anni da quella d’esordio. "Il politicamente corretto? La comicità non può avere limiti"

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di Giovanni Bogani

SANTA MARGHERITA DI PULA (Cagliari)

"Ritorno. Ritorno con Zelig. Sono dieci anni che non faccio più Zelig, dodici anni che Vanessa è lontana dalla trasmissione: ma non ci siamo mai persi di vista. E io non ho mai abbandonato la passione per la comicità, né i miei amici di Mediaset". Così Claudio Bisio, ospite di Sardegna Filming Italy festival. Dunque, il prossimo ottobre ritroveremo Zelig. Con tre puntate speciali, fitte di ospiti, di quelli che hanno fatto la storia della trasmissione.

Claudio, qual è l’occasione di questa reunion?

"Il primo motivo è un anniversario: sono venticinque anni dalla prima puntata che facemmo, nell’ottobre 1996. E sono trentacinque anni, se si vuole, dall’apertura del locale con quel nome, lo Zelig. E vogliamo ricordare questa stagione straordinaria della comicità in televisione insieme a quelli che l’hanno resa possibile".

Chi ci sarà?

"Abbiamo chiamato tutti: da Ficarra & Picone a Checco Zalone. Anzi, aiutateci voi giornalisti: chiunque abbia preso parte alla storia di Zelig è invitato! Spargete la voce…"

Come è cambiata, secondo lei, la comicità oggi? Si può ancora ridere di tutto, o il “politically correct“ ha bloccato molte energie?

"Secondo me si può, e si deve, ridere di tutto. Non mi porrei limiti, se non quelli del rispetto degli altri. Io vorrei scoprire talenti nuovi, che abbiano il coraggio di andare anche contro i luoghi comuni".

Uno che aveva – che ha – quel coraggio è Checco Zalone.

"Infatti! Lui ha una comicità che è proprio coraggiosa, che non guarda in faccia a niente. Mi piacerebbe scoprire gente nuova con quel coraggio".

Sono anche trent’anni dall’uscita di Mediterraneo, il film di Salvatores che ha poi vinto l’Oscar, e ci ha fatto scoprire un lato più leggero del cinema di guerra. Che ricorda di quel film?

"Quando uscì, quel film fu massacrato. Dissero che era ‘la guerra del Giambellino’, dissero che era pieno di imperfezioni storiche, di inesattezze. Poi mezza Italia si riconobbe in quei soldati scombinati, e molti spettatori ancora oggi vi si riconoscono. È un film che miracolosamente resta attuale".

Qual è, tra quelli che ha fatto, il film che ama di più?

"È Si può fare di Giulio Manfredonia, un film che parlava di malattia mentale, ma con toni di commedia. È un film che tocca temi delicati, ma con grande empatia umana".

In quali film e serie tv la vedremo?

"Abbiamo finito di girare la seconda stagione di Cops per Sky Original, con la regia di Luca Miniero. Parteciperò al film Mollo tutto e apro un Chiringuito, diretto da Pietro Belfiore, che uscirà a novembre. Ho doppiato anche Hotel Transilvania 4, insieme a Cristiana Capotondi. E farò un film con la regia di Paolo Costella, rifacimento di un film spagnolo tratto da un testo teatrale, che in Spagna è uscito con il titolo Sentimental: il titolo italiano provvisorio è I vicini di casa. È la storia di una coppia, formata da me e Vittoria Puccini, e di una coppia di vicini, interpretati da Vinicio Marchioni e Valentina Lodovini".

Teatro?

"C’è uno spettacolo, che era stato interrotto a causa del Covid, e verrà ripreso, che unisce i romanzi di Francesco Piccolo, e dal titolo La mia vita raccontata male, ispirato a una graphic novel di Gipi. Sarà un monologo con due musicisti in scena".

È favorevole ai green pass?

"Assolutamente sì. Sono favorevole a vaccini e green pass. Soltanto così si può ricominciare a vivere. È un fatto sociale. Che i dottori e gli infermieri non vaccinati restino a casa io lo do per scontato. Il vaccino è necessario, e il green pass altrettanto, come testimonianza di avere fatto il vaccino".

Teatri e cinema devono riaprire a posti pieni?

"Beh, non si capisce perché negli aerei non c’è un posto vuoto, e nei teatri e nei cinema si debba stare un posto sì e due no! Per me dovremmo poter entrare serenamente e tranquillamente in teatro e al cinema con il green pass".

Quali sono i suoi luoghi del cuore?

"Il mio ‘buen retiro’, il luogo nel quale vorrei vivere sempre di più, è la Toscana. Ho un posto al quale sono molto legato, a Barberino val d’Elsa: conto di passare sempre più tempo lì, e ho una gran voglia di andare in bicicletta nelle strade del Chianti. A volte coinvolgo alcuni miei amici toscani, come Mario Lorini, un esercente di cinema che è diventato il presidente di tutti gli esercenti italiani. Sono diventato il suo personal trainer. Amo molto la Toscana, anche per l’amicizia che mi lega a Sergio Staino, il disegnatore ‘papà’ di Bobo. Grazie a lui, alla sua ‘investitura’, ho diretto per anni il teatro Puccini di Firenze. È stata un’esperienza meravigliosa".

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