Giovedì 25 Aprile 2024

Storie di presidenti, Breda vince l’Estense

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L’Aquila d’oro vola su fino al Colle più alto. Marzio Breda (nella foto), quirinalista del Corriere della sera, è il vincitore della 58ª edizione del Premio Estense, col libro Capi senza Stato (Marsilio). A decretarlo è il verdetto della quinta tornata: 23 a 14. La sfidante più insidiosa è stata Dacia Maraini, per la quale anche la direttrice di Qn-il Resto del Carlino-La Nazione-Il Giorno, Agnese Pini, ha speso parole di grande apprezzamento individuando nell’opera finalista (La scuola ci salverà, Solferino) una sorta di epilogo del "romanzo più bello di Maraini, La lunga vita di Marianna Ucrìa". Eppure, non c’è stato nulla da fare. Breda ha prevalso anche sul direttore di Repubblica, Maurizio Molinari (Il campo di battaglia, La nave di Teseo) e su Mirella Serri, autrice di Claretta l’hitleriana (Longanesi). La regina del palco, conduttrice da quasi vent’anni della kermesse letteraria di Confindustria al teatro Abbado di Ferrara, Cesara Buonamici, ha incalzato gli autori uno a uno, sondando gli aspetti più profondi di ogni singolo testo.

Ognuno con le sue esperienze, ognuno con le scuole di giornalismo alle spalle. In tutti i casi, giornalisti di qualità. Tanto che, per ammissione di tutti, a partire dal presidente della giuria tecnica Guido Gentili, "quella di quest’anno è senz’altro una delle quartine di più alta qualità degli ultimi anni". Ed è per questo che è stato particolarmente complesso decretare chi potesse far dispiegare le ali all’Aquila d’oro. "È un riconoscimento che non mi aspettavo – commenta a caldo Breda – ma confesso di essere particolarmente emozionato. Sia perché rappresenta il coronamento di 32 anni degli oltre 40 passati al Corriere, sia perché questo premio venne assegnato ad Alberto Cavallari, a cui io fui molto legato".

Il premio “Granzotto - uno stile nell’informazione“, è andato a Giovanna Botteri che parlando al pubblico ferrarese dalla prospettiva dell’inviata di guerra, lancia un appello accorato a "lavorare per la pace. Perché non c’è nessuna guerra giusta". Tacciano i cannoni, dunque. Eccezion fatta per la colubrina d’argento.

Federico Di Bisceglie

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