Mercoledì 24 Aprile 2024

È morta Stella Stevens, star di Hollywood. Indimenticabile bellezza del Poseidon

Da Playboy al grande schermo, Stella ha incantato il pubblico con i suoi capelli biondi e occhi azzurri. Era la studentessa innamorata di Jerry Lewis in 'Le folli notti del dottor Jerryll'. Sam Peckinpah la volle in 'La ballata di Cable Hogue'

Jerry Lewis e Stella Stevens

Jerry Lewis e Stella Stevens

New York, 17 febbraio 2023 - Addio all'attrice Stella Stevens, nata Estelle Caro Eggleston a Yazoo City il primo ottobre 1938. Figlia dell'infermiera Estelle Dovey e dell'assicuratore Thomas Ellett Eggleston, a 16 anni sposò Noble Herman Stephens, dal quale ebbe il suo unico figlio, Andrew Stevens, divenuto attore e regista. Nel 1956 la coppia divorziò. Il suo esordio nel mondo dello spettacolo fu al college con qualche piece teatrale.                            

La sua bellezza, bionda e occhi azzurri, nel gennaio 1960 la portò ad essere la playmate della rivista Playboy, cosa che diede impulso alla sua carriera e che ripropose negli anni. L'esordio al cinema alla fine degli anni cinquanta con ruoli adatti alla sua prosperosa bellezza. Tra questi partecipò a Dinne una per me (1959) di Frank Tashlin, che le valse il premio Golden Globe come attrice rivelazione dell'anno, e Il villaggio più pazzo del mondo (1960) di Melvin Frank e Norman Panama.

Nel 1961 fu accanto a Bobby Darin, in Blues di mezzanotte di John Cassavetes, dove interpretava una cantante. L'anno successivo fu assieme a Elvis Presley in Cento ragazze e un marinaio (1962) di Norman Taurog. I ruoli divennero più consistenti e fu Zizì Zillian (nella versione italiana), ovvero "miss Montana" nella commedia agro-dolce Una fidanzata per papà (1963) di Vincente Minnelli. In Le folli notti del dottor Jerryll (1963) fu la studentessa universitaria Stella, innamorata del suo stravagante professore di chimica Jerry Lewis.

Il ruoli di bionda voluttuosa lo ricoprì altre volte come in Matt Helm il silenziatore (1966) di Phil Karlson e Come salvare un matrimonio e rovinare la propria vita (1968) di Fielder Cook, in entrambi i quali recitò accanto a Dean Martin. Poi si impegnò anche in ruoli drammatici, come in 48 ore per non morire (1966) di Gilberto Gazcón e Con le spalle al muro (1968) di Brian G. Hutton. Quindi le commedie The Secret of My Success (1965) di Andrew L. Stone, e Where Angels Go, Trouble Follows (1968) di James Neilson.

Nel 1970 la svolta con Sam Peckinpah nel western crepuscolare La ballata di Cable Hogue. La critica la osannò e lei si cimentò subito in un altro western, ma meno fortunato Una città chiamata bastarda (1971) di Robert Parrish. Nel 1972 ebbe un grande successo ne L'avventura del Poseidon, anche grazie al fatto che il genere catastrofico piaceva al pubblico e il film divenne un cult. Nella pellicola diretta da Ronald Neame, assieme a Stella Stvens troviamo anche Gene Hackman, Ernest Borgnine, Roddy McDowall, Carol Lynley e Shelley Winters. Lei era la sfortunata Linda Rogo, ex prostituta e moglie del poliziotto interpretato da Borgnine. Altre pellicole interessanti furono Lo specchio della follia (1969) di Bernard Girard e Operazione casinò d'oro (1975) di Charles Bail, il nostalgico Vecchia America (1976) di Peter Bogdanovich, dove fu affiancata da Ryan O'Neal e Burt Reynolds.

La televisione prese quasi tutto il suo tempo dalla metà degli anni settanta. Sul piccolo schermo aveva esordito alla grande già ngli anni '60 con un episodio di Alfred Hitchcock presenta. Poi fu Lute-Mae Sanders in Flamingo Road (1981-1982) e Phyllis Blake in Santa Barbara (1989-1990), serie molto famose e seguite all'epoca.

Fu anche dietro alla macchina da presa, ma con scarso successo, producendo e dirigendo il documentario biografico The American Heroine (1979) e la commedia romantica The Ranch (1989). Piano piano i suoi ruoli si ridussero, ma lei non sparì e quindi parftecipò, ma non da protagonista, in film come Una chiamata nella notte (1993) di Fred Williamson e Alain Zaloum. Nel 1996 il figlio Andrew la dirige nel film televisivo Gioco di morte. Nel 2020 è morto il chitarrista rock Bob Kulick, con cui viveva a Beverly Hills, in California.  

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