Mercoledì 24 Aprile 2024

Sofia Tornambene ha l’X Factor: dolce e giovanissima

Ieri sera il gran finale dello show di Sky, con Robbie Williams. Vince la ragazza di Sfera Ebbasta. Secondi i Booda, poi Sierra e Davide

Sofia Tornambene, 17 anni, vincitrice di X Factor 13 (Ansa)

Sofia Tornambene, 17 anni, vincitrice di X Factor 13 (Ansa)

Milano, 13 dicembre 2019 - Oh Sofia! La piccola cantautrice (l’inedito A domani per sempre l’ha composto a 14 anni) che ha rubato alla vittoria il respiro e il sorriso. Ogni sua nota e parola è un fiato che non ha ancora perso l’innocenza, deve solo imparare a gestire fuori casa la voce. Deve poter crescere con calma, ma sentiremo parlare ancora di lei, Sofia Tornambene, diciassettenne di Civitanova Marche.

Lei è la conferma, i Booda la sorpresa assoluta, in finale scalzando i favoriti Sierra (entrambi 26 anni, di Roma). La forza di un power trio che parte dalla fusione del nucleo, batteria, basso, tracce synth, una cantante e front woman vera. Il trionfo del suono e dell’attitudine live. Schema che sembrava semplice, due trappautori non banali premiati dalle charts, i Sierra, e una giovanissima cantautrice, Sofia, perfetta per famiglie. E una band dalla storia corta ma potente come i romani Booda, devoti alla musica dal vivo, sul podio e in finale a sorpresa. Davide Rossi, 21 anni di Rieti, meraviglioso entertainer ma il primo ad uscire.

Nella serata finale Robbie Williams era un superospite fascinoso e geniale, Ultimo il cantautore pop della sua generazione, Lous and the Yakuza lo spruzzo dal profumo trendy. Oltre la cronaca due considerazioni su questa edizione che ha raccolto un ascolto inferiore alle precedenti ma aveva una giuria competente e concorrenti bravissimi. Tutti. Di Cattelan non parlo perché la sua crescita è ormai esponenziale, il migliore. Come dello spettacolo, ancora diverso e mai visto in nessun talent musicale mondiale. Ma allora perché ha funzionato a metà? Bella domanda. La competenza e il garbo, pure polemico, dei giudici mi è piaciuto, con Malika musicista dal cuore intransigente, l’intelligenza anticonformista di un altro musicista e produttore, Samuel. Mara Maionchi ha fatto la brava discografica di enciclopedica esperienza, anche nel lavoro di produzione e management.

L’unica scommessa persa, in partenza, come lo sgangherato cast di Extra Factor, è stata su Sfera Ebbasta, che è stato educato e quasi sempre carino, ha portato il suo vissuto di autore, interprete e altro. Ma è andato poco oltre lo “spacca”, pur rispettando i ragazzi e aprendo ad alte musiche ed ascolti. Semplicemente il deficit di cultura musicale sembrava enorme (non è una colpa, per fare il suo basta e avanza, sono mondi lontanissimi e piace a tantissimi). Non hanno recitato il copione di risse e strategie che alimentano i talent, sono loro grato. I ragazzi erano davvero di un alto livello, anche personaggi. Ma intelligenti, che in un certo tipo di ascolto televisivo può diventare un problema.

Livello stratosferico, per il contesto, nei gruppi, interessante la giovanissima arpista blues, meno i due rocker da strada di Malika. Ma i magnifici quattro erano il meglio, gente che scrive, suona (il pianoforte di Davide, il batterista dei Booda), ha studiato e già lavorato in studio, come i Sierra. Figli del rock e della canzone d’autore, della grande musica, oltre le schegge fiammanti di oggi. Per inciso, Alessandro Cattelan cantante non è una boutade. Rivedere il super duetto con Robbie Williams.

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