Giovedì 25 Aprile 2024

Sinuosa, longilinea, a testa alta: rinasce Mila Schon, la Signora della Moda

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Abiti pensati per durare e per questo atemporali. Un distillato del pensiero colto e intelligente e della sapienza sartoriale e di design di Marc Audibet, creativo francese e intellettuale del vestire chiamato a guidare il rilancio di Mila Schon con un’anima contemporanea che non offende o cancella l’heritage del brand della Signora della Moda ma anzi lo esalta nella sua costante modernità. Audibet ha lavorato molto e bene da Prada, da Salvatore Ferragamo, da Lanvin solo per citare alcune delle maison dove ha esercitato buon gusto e visione, e ora è stato chiamato dalla giapponese Itochu che controlla il brand e che ha siglato una partnership in Italia con Barbara Gabarrini Confalonieri e Guido Formigli Fendi (figlio di Franca Fendi) che seguono la produzione e la distribuzione e gestiscono gli affari della maison in tutto il mondo. "Faremo un lifestyle completo – dice Guido Formigli Fendi – e non solo abbigliamento e accessori ma anche la casa".

Le modelle posano coi magnifici cappotti neri dalle forme che abbracciano il corpo nella chiesa sconsacrata di San Celso, in una atmosfera incantata e di perfetta semplicità, con la collezione inverno 2023-2024. "Ho cominciato solo tre mesi fa e faccio solo il mio lavoro", racconta Marc Audibet dall’alto della sua bravura e competenza di stile: "questo di Mila Schon è un marchio affascinante, lei è stata una della fondatrici del Made in Italy e ho potuto gurdare anche l’archivio".

Spiccano le ballerine di raso dai tanti colori e la borsa perfetta che si chiama Shadow. Poi la maglieria sublime e le figure che fanno immaginare donne sinuose e longilinee, che sanno tenere alta la testa. Archetipi mai stereotipi, come racconta lo stilista che ama ridurre più che massimalizzare il guardaroba, per un lessico che intrigherà moltissimo le nuove generazioni al femminile che fuggono dagli eccessi degli anni passati. "Come me Mila ha voluto un guardaroba per una clientela internazionale – conclude Marc Audibet – esigente e raffinata. I suoi modelli avevano la semplicità dell’evidenza. Nel segno dell’arte moderna, e di una bellezza intelligente".

Eva Desiderio

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