Mercoledì 24 Aprile 2024

SAN PIETRO LA NICCHIA DI BARBERA E CROATINA

Migration

di Michele Mezzanzanica

A Milano, a una quarantina di chilometri da piazza Duomo, si produce vino. Fatto piuttosto risaputo, per la verità: San Colombano al Lambro, “la collina di Milano”, è pure una Doc. La novità è che, da alcuni anni, questo vino è anche di grande qualità. Merito di un’intuizione di fine anni ’90, con la creazione della prima azienda agricola davvero strutturata, con le dimensioni (54 ettari che presto saliranno a 60) e gli investimenti tecnici (carri refrigerati e wine scan) adatti a garantire quel salto di qualità che una ventina d’anni più tardi, con la piena maturità dei vigneti piantati ex novo e trovata la giusta quadra in cantina, sta dando i risultati sperati. Poderi San Pietro è oggi un’azienda all’avanguardia, allestita nell’ex consorzio agrario del paese, che regala una vasta gamma di vini San Colombano Doc e Collina del Milanese Igt, per una produzione di 100mila bottiglie l’anno. Al timone c’è Giuliano Toninelli (foto), imprenditore agricolo della zona che ha rilevato l’azienda all’asta nel 2008 dopo il fallimento dei vecchi proprietari. "L’idea di partenza, fare di San Colombano una piccola Franciacorta, era valida, perché questa Doc ha potenzialità infinte, ma il piano finanziario non era adatto", racconta Toninelli che col suo ingresso ha salvato non solo l’azienda ma anche un patrimonio di cultura contadina e storia locale. Rimessa in piedi l’impresa sotto il profilo economico-finanziario, si è concentrato sulla produzione. "Abbiamo intrapreso un percorso di ricerca della qualità – spiega – affidandoci a un nuovo enologo, Roberto Gerbino, e trovando la strada giusta nel corso degli anni. Nel frattempo anche i vigneti, impiantati nel 2000, hanno raggiunto la piena maturità e da qualche anno possiamo vantare una produzione d’eccellenza". I vitigni sono quelli tipici oltrepadani - Croatina, Barbera e Uva rara per i rossi, Malvasia e Verdea per i bianchi – affiancati da classici internazionali come Pinot, Merlot e Chardonnay. "Rispetto al vicino Oltrepò Pavese – dice Toninelli – produciamo vini più morbidi e teniamo una gradazione più bassa, perché siamo attenti anche al discorso salutistico. A questo proposito, a breve lanceremo anche un vino senza solfiti". Ora che la strada è tracciata, Poderi San Pietro punta a crescere: "Aumenteremo la produzione, che ha un potenziale di 400mila bottiglie l’anno – conclude – e amplieremo l’export, dal momento che oggi il 78% dei nostri vini è venduto solo in Lombardia. Abbiamo già entrature in mercati importanti come Stati Uniti e Giappone, lavoreremo per consolidarli". Dopo moda e design, Milano può ritagliarsi un posto nel mondo anche con il vino.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro