Mercoledì 24 Aprile 2024

Ricordando Anna Achmatova La potenza (russa) della poesia

Migration

Josip Brodskij, premio Nobel per la letteratura nel 1987, ha scritto così di Anna Achmatova (1889-1966): "In certi periodi della storia c’è solo la poesia che sia capace di guardare la realtà condensandola in qualcosa di afferrabile, qualcosa che in nessun altro modo la mente riuscirebbe a trattenere. In questo senso, tutta la nazione prese il nom de plume di Anna Achmatova: il che spiega la sua popolarità e, fatto più importante, le permise

di parlare per la nazione

e di dirle cose che essa,

la nazione, non sapeva".

Paolo Nori con Vi avverto che vivo per l’ultima volta dedica alla grande poeta russa una biografia informale, scritta cioè a modo suo, come se fosse un viaggio, una scoperta, con ampi riferimenti al proprio vissuto di scrittore, traduttore, grande appassionato di letteratura russa. Una biografia scritta anche con dolore, visto il clima d’ostilità verso la cultura russa che si respira in occidente dopo l’aggressione putiniana all’Ucraina dell’anno scorso.

La vita di Anna Achmatova è stata come un romanzo: il marito Nikolaj fucilato, il figlio Lev per anni imprigionato, lei stessa vessata, censurata e messa ai margini, eppure i suoi versi non smisero mai di circolare di bocca in bocca;

era temuta per la potenza della sua poesia e forse questo è stato il maggiore omaggio alla sua grandezza.

Lorenzo Guadagnucci

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro