Giovedì 25 Aprile 2024

"Re di un carcere, oltre la legge" L’Apocalisse del cattivo Zingaretti

L’attore al debutto su Sky da domani: "Mi ispiro al terribile Kurtz di Brando"

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di Barbara Berti

"Un uomo che ha perso la bussola, i suoi punti cardinali, un po’ come il Colonnello Kurtz, Marlon Brando, di Apocalypse Now". Così Luca Zingaretti presenta il suo nuovo personaggio su cui ruota la serie Il re che debutta domani sera su Sky Atlantic e in streaming su Now. Zingaretti – negli otto episodi diretti da Giuseppe Gagliardi – è Bruno Testori, un controverso direttore di un carcere di frontiera, sovrano assoluto di una struttura, il San Michele, in cui nessuna delle leggi dello Stato ha valore, perché il bene e il male dipendono unicamente dal suo giudizio.

Zingaretti, dopo tanto tempo un ruolo da “cattivo“?

"Intanto voglio dire che Testori è per me un grande regalo, era de tempo che volevo lavorare con Sky, società che in Italia ha cambiato tempi e modalità del racconto tv. Il mio personaggio è partito da una strada nettamente schierato da una parte, ma ha fatto così tanti errori e visto così tanti orrori che ha perso sé stesso. Fa cose che per molti sono cattive, sbagliate, ma il nostro compito non è giudicarlo ma restituire al pubblico un modo per riflettere su cose che ci riguardano tutti. Qualcuno il lavoro sporco lo deve fare e per me il pubblico si deve chiedere cosa avrebbe fatto al suo posto, magari ringraziare di non avere lui quel compito così duro".

Testori è un malvagio assoluto?

"È un uomo che si sente superiore alla giustizia, anche se io non sono così netto nel giudizio. Mi sono sempre dato la regola di non giudicare i personaggi che interpreto. Cerco di coglierne le sfumature, l’umanità, i conflitti. E in questo Testori è un personaggio straordinario, una sfida per un attore. La bellezza di questa serie è proprio il tentativo di scansare i clichè: in fondo nessuno di noi è completamente buono o cattivo".

Il male è contagioso?

"Certamente sì, più contagioso del bene. È difficile stare vicino al male ed essergli impermeabili, ce lo dice la storia del mondo. Putin? Sono attonito di fronte a certe scelte. Vedo una risposta smodata a una crisi interna che in Russia c’era e questo signore che ha un potere incontrastato in un paese così importante ha preso la sua decisione".

Perché Testori non rispetta le leggi?

"Le leggi per quanto possano essere scritte bene non sono mai perfette e Bruno che ha a che fare con la giustizia in termini reali finisce per farsi Dio, dice “da ora decido io come far scontare le pene, chi deve star male e chi bene“. È una degenerazione del pensiero umano e per costruirla ho chiesto a chi ne sapeva, operatori del settore, detenuti e magistrati".

Sia Il Re sia Montalbano gravitano nel mondo della giustizia. Ci sono analogie?

"No perché i personaggi arrivano da mondi completamente diversi e, quindi, le due esperienze non sono paragonabili. Con Montalbano ho vissuto un’esperienza volontariamente lunga e ricomincerei domani ma mi sono trovato a doverla chiudere perché sono venuti meno vari fattori tra cui gli amici, i complici. Montalbano è un personaggio che risponde ai canoni della commedia dell’arte. Testori è un personaggio di fantasia ma autentico, fortemente ancorato alla realtà".

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