Giovedì 25 Aprile 2024

"Questa sono io": Mina, il cielo in una voce

La divina a 80 anni raccoglie le sue canzoni preferite. Il figlio: "Gli applausi? Buttò via persino il biglietto di complimenti di McCartney"

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Anche se lo scorso anno l’idea di ritrovarsela direttore artistico del Festival di Sanremo avanzata sui giornali dal figlio Massimiliano Pani "è piaciuta talmente tanto alla Rai che non ha mai chiamato nessuno", Mina per la canzone italiana si fa in due. Anzi, in sei. Sul mercato da domani, Cassiopea e Orione sono i primi capitoli di un viaggio nell’ "Italian Songbook" in sei parti, appunto, destinato a proseguire con cadenza annuale. Una scelta obbligata, a sentire Massimiliano Pani in video collegamento da Lugano, dal fatto che Mina, 80 anni compiuti il 25 marzo scorso, rimane "la più famosa sconosciuta d’Italia".

Si comincia con 28 canzoni, attinte dalle 1.400 incise finora in 75 album, che spaziano dai classici come L’importante è finire a Volevo scriverti tanto di due anni fa, impreziosite da due inediti, Un tempo piccolo di Califano e Nel giro dei bars di Buscaglione.

Massimiliano, da cosa nasce l’urgenza di un’iniziativa del genere?

"Il desiderio di riordinare una produzione vastissima, dare una seconda chance a brani che la meritano, ma anche di riprendere in mano un certo passato e magari ripensarlo, aggiornarlo. In questo prima selezione, cose come Il cielo in una stanza, Almeno tu nell’universo, Canzoni stonate, Io domani, Una lunga storia d’amore sono state sistemate rispetto alla versione iniziale o addirittura risuonate".

A cosa si deve il richiamo alle costellazioni dei titoli dei due album?

"Il motivo è molto meno affascinante di quanto si creda, visto che ci siamo affidati alle stelle per non chiamare questa raccolta volume 1, 2, 3, 4 ecc…"

Cosa ci sarà nel prossimo album?

"Andremo più verso il materiale Anni ’60. Ma il suo repertorio è tale da darci possibilità infinite: latin, tango, bossanova songbook".

Di cose da scoprire ce ne sono molte.

"La Mina della tv è talmente conosciuta e amata che molti pensano sia finita lì. E invece dopo la Mina “pubblica” sono arrivate decine di album e altri 25 primi posti in classifica. Questa operazione nasce proprio dalla sua voglia di bussare alla porta e dire: scusa, questa mia canzone la conoscevi? No? Eppure è tra le mie preferite...".

Cosa mette Mina in una cover?

"A volte riesce a cogliere quel che manca a un pezzo forte per diventare fortissimo. La lontananza la sentì a Sanremo e il giorno dopo andò a inciderla così come pensava lei. È il suo essere talent scout. Britti mi ha raccontato, ridendo, che dopo aver sentito la versione di Oggi sono io cantata da mia madre, il padre della sua fidanzata gli disse: ma quando l’hai scritto quel bel pezzo per Mina? Hai voglia a spiegargli che lui ci aveva vinto Sanremo Giovani".

Gli autori si congratulano?

"Sì, ma lei non ci fa caso più di tanto. Quando nel ‘76 incise Michelle arrivò dall’Inghilterra un telegramma con scritto: è la più bella versione di un mio pezzo che abbia mai sentito, complimenti. Firmato, Paul McCartney. Lo lesse dicendo “che carino…” e lo buttò nel cestino. Fine del feticismo".

Quanti pezzi inediti le arrivano ogni anno?

"Attorno ai 3-4 mila. Tutti vengono catalogati cronologicamente e lei li ascolta metodicamente ogni giorno. Anche se è un po’ indietro e al momento sta ascoltando quelli arrivati un paio di anni fa. È probabilmente l’unica a farlo".

Alcune di queste cover sono state letteralmente spolpate dai talent.

"I talent sono una specie di telenovela. C’è quello che piange, ci sono i fidanzati che si sono lasciati, una soap opera con la musica sullo sfondo. Purtroppo, abbiamo visto che non è così che si formano degli artisti. E i primi a rimetterci sono questi ragazzi che si ritrovano un po’ strumentalizzati e poi buttati via".

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