Lucido, tagliente, preciso. Il ritratto delle psicosette che proliferano in Italia, oltre il cliché del satanismo da cui pure il fenomeno prende le mosse, per dilagare nella solitudine e nel bisogno di guida che una società in crisi non offre. Non un romanzo, perché quello che Gabriele Moroni, storico inviato del Giorno, racconta con pochi, asciutti, aggettivi, è tutto vero. Ma neppure un saggio, perché del trattato non ha né il distacco accademico né la pretesa didattica. Più che altro un’inchiesta giornalistica, documentata come poche ancora se ne fanno, un’incalzante serie di fatti e testimonianze che racconta un risvolto dimenticato, sfocato, della nostra società.
La vicenda parte dall’inizio, dalle Bestie di Satana. Gli omicidi, la droga, l’angoscia delle famiglie degli scomparsi in quello che fu il caso di cronaca più agghiacciante del nuovo millennio. Ma è solo la genesi. "In Italia esistono oggi 500 gruppi con migliaia di adepti", spiega Moroni. Non sono congreghe notturne di incappucciati, poco folclore. I santoni sono persone in giacca e cravatta, si nascondono sotto sigle culturali, di volontariato, scuole di formazione per dirigenti, gruppi per potenziare le facoltà mentali. Rispondono a un bisogno profondo: stima, considerazione, sentirsi speciali. Amati. In una società che ti ignora attraggono, allontanano dalla famiglia. Lo scopo, alla fine, però è molto terreno: arricchirsi.
Chiare e dure le testimonianze raccolte con pazienza contadina dal cronista-scrittore. Madri, padri che vedono i propri cari sparire, inghiottiti da un gorgo a cui non possono opporre resistenza, illustrano il meccanismo, la trappola nascosta nella quale si cade ogni giorno. Lontano dalla vista delle istituzioni, che solo marginalmente riescono a penetrare in un sistema chiuso. Come testimoniano le voci, raccolte nel libro, di chi dopo un lungo percorso in salita è riuscito a riguadagnare la propria vita.
Guido Bandera
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