Mercoledì 24 Aprile 2024

Quando Hitler era una figurina per bambini

Le immagini del Führer venivano diffuse nei pacchetti di sigarette e vendute in tabaccheria. Al Museo di Francoforte l’album del regime

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di Roberto Giardina

Cosa si trovava in casa di una tipica famiglia tedesca ai tempi del III Reich? Walter Schreiber aveva sette anni quando Hitler conquistò il potere nel 1933, e i genitori erano fanatici razzisti. Il bambino faceva collezione delle figurine del Führer che il padre trovava nelle scatole di sigarette, mentre in Italia si dava la caccia al Feroce Saladino, la figurina collegata alla trasmissione dei Quattro moschettieri, grande successo dell’Eiar, la Rai d’anteguerra. Il concorso servì anche all’Eiar, per conquistare nuovi abbonati, che nel ’34 erano appena 400mila. Gli oggetti della famiglia Schreiber sono esposti all’Historischen Museum di Francoforte, testimonianze della vita privata dei tedeschi negli Anni Trenta.

Il giovane Walter mise la testa a posto, anche se il padre temeva il contrario, si lasciò crescere i capelli, e cominciò a criticare Adolf. A 17 anni lo arrestò la Gestapo, un colpo al cuore per il papà, che lo obbligò ad arruolarsi per sfuggire al carcere; Walter morì negli ultimi giorni di guerra nel ’45, poco prima di compiere 19 anni. Della sua vita breve resta l’album di figurine, Bilder aus dem Leben des Führers, immagini della vita del Führer.

Ho cercato su internet, e potrei comprare un album per 90 euro, ma una copia in perfetto stato, con duecento foto in bianco e nero, arriva a 300 euro, quanto può costare una sola figurina rara di Hitler, esattamente il prezzo del Feroce Saladino, la figurina più ambita emessa dalla Perugina e dalla Buitoni, le società sponsor della trasmissione radiofonica. I prezzi nelle vendite online oscillano di molto. Qualcuno finisce sempre per abboccare, in particolare i collezionisti di souvenirs nazisti. Un Parteihocker, il seggiolino pieghevole usato da chi voleva assistere ai discorsi del Führer ai raduni del partito, è messo in vendita dai 400 ai 700 euro.

"Incredibile", commenta Alexander Schmidt, curatore del Dokumentationzentrum di Norimberga, aperto nel 2001. "Non era il fine del nostro centro, ma da noi continuano ad arrivare famiglie che ci consegnano quel che hanno trovato in casa, oggetti e libri del III Reich, conservati dai padri e dai nonni". Alcuni li mettono in vendita, la medaglia che premiava le madri prolifiche costa in media 60 euro, altri si vergognano e li portano al centro. Un Hitler in elastolin, la plastica con cui venivano prodotti i soldatini per i giochi dei bambini, costa duecento euro. "Abbiamo in deposito una quarantina di album con le figurine di Hitler", dice Daniela Habeck, una collega di Schmidt.

Le figurine furono inventate alla fine dell’Ottocento dall’americano James Buchanan Duke, il fondatore dell’American Tobacco. In Europa la prima a copiarle fu la Liebig nel 1910. I nazisti usarono le figurine a scopo propagandistico. Si trovavano nelle scatole di sigarette della Reemtsma, e in Austria della Tabakwerke. Ma era possibile acquistarle direttamente per completare la collezione. Negli album erano accompagnate da lunghe didascalie per esaltare il Führer. La tiratura degli album raggiunse i milioni di copie. Altri album sono dedicati alla storia del Reich, alla moda, alle uniformi militari, ai divi dell’Ufa, la Cinecittà nazista. Un album denuncia il Raubstaat England, lo stato predone britannico. Un altro sulle Olimpiadi del ’36, illustrato con foto dal film di Leni Riefenstahl sui giochi di Berlino, oggi costa 180 euro.

Accanto al Führer in una figurina compare anche Mussolini, ma il Duce non pensò mai alle figurine per farsi pubblicità. Da noi la moda esplose con le figurine dei Quattro Moschettieri, la trasmissione di Angelo Nizza e Riccardo Morbelli, con Nunzio Filogamo nella parte di Aramis, che andó in onda alle 13 e 5 del 18 ottobre del 1934. Nelle figurine apparivano svariati personaggi che nulla a vedere avevano con il romanzo di Dumas, come Mata Hari o Josephine Baker. Ricchi premi erano promessi ai collezionisti, chi fosse riuscito a completare 50 album avrebbe conquistato una Topolino. Impresa quasi impossibile, perché le figurine non venivano distribuite in modo equo, quella del Feroce Saladino era introvabile. Colpa della Perugina e della Buitoni che però accusavano il disegnatore Angelo Bioletto di aver consegnato il disegno in ritardo.

Nel ’38, Mussolini vietò i concorsi a premi, per eccesso di consumismo. Nel ’42, la guerra bloccò in Germania la stampa delle figurine naziste. Oltre vent’anni dopo, nel 1961, arrivarono le figurine della Panini, con i ritratti dei giocatori di calcio; la più rara, si ignora il perché, fu quella di Pierluigi Pizzaballa, portiere dell’Atalanta e della Roma, e che arrivò alla nazionale, quella eliminata dai coreani ai mondiali del 1966. Pizzaballa oggi ha 82 anni, informa la figurina, era alto appena un metro e 75, incredibile a confronto di Gianluigi Donnaruma, un metro e 96 campione d’Europa. Altri tempi.

Le figurine della Panini hanno conquistato 120 paesi, anche la Germania, e hanno raggiunto un fatturato di oltre 540 milioni di euro. La figurina del simpatico Pizzaballa, che nome per un portiere, offerta online vale fino a 300 euro, quanto quella del Führer.

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