Il Principato di Hutt River non esiste più

Dopo cinquant'anni di autoproclamata indipendenza, il Principato di Hutt River ha smesso di esistere. In causa con il governo dell'Australia per milioni di dollari di tasse non pagate, definitivamente piegata dai danni economici provocati dal Coronavirus, la più celebre micronazione del paese ha rinunciato alle sue pretese di autonomia tornando sotto il controllo del governo.

La storia del Principato di Hutt River

Il 21 aprile del 1970 Leonard Casley ha proclamato la sua fattoria – un remoto appezzamento di 75 chilometri quadrati vicino alla costa occidentale – nazione secessionista indipendente dall'Australia, battezzandola Hutt River Province. Ovviamente il governo non l'ha mai riconosciuto come stato autonomo, ma il Principato ha resistito comunque per decenni sotto la guida del principe Leonard. Nel 1977 ha pure dichiarato guerra all'Australia, rinunciando poi alle ostilità (unidirezionali) dopo pochi giorni. In tutto questo tempo ha battuto la propria moneta, stampato francobolli, emesso visti, accolto migliaia di visitatori e intrattenuto rapporti diplomatici con una manciata di stati in giro per il mondo.

La fine di Hutt River

Nel 2017 l'ormai novantunenne principe Leonard ha abdicato lasciando il trono al figlio Graeme, ed è poi morto due anni dopo. Il neo regnante si è trovato ad affrontare grossi problemi finanziari, fra cui il calo dei turisti e soprattutto l'ordinanza di versare tre milioni di dollari di tasse arretrate, stabilita dalla Corte suprema dell'Australia Occidentale, e si è così visto costretto ad annunciare la chiusura dei confini a partire dal 31 gennaio 2020, sospendendo le attività della micronazione. Fino alla resa definitiva: all'inizio di agosto il principe Graeme I ha comunicato la dissoluzione ufficiale di Hutt River; i terreni saranno messi in vendita per risolvere il contenzioso tributario. La bandiera del Principato è stata ammainata per l'ultima volta.