Mercoledì 24 Aprile 2024

Premiata Forneria distopica Ecco il rock di Blade Runner

Migration

di Andrea Spinelli

Centoquarantanove anni in due. Ma su e giù dal palco Franz Di Cioccio (75 anni) e Patrick Djivas (74) mantengono nei dischi l’animo del ragazzo con gli "occhi chiari e un’espressione da guerriero" raccontato in Maestro della voce. Basta gettare il cuore tra i sogni distopici del 20° album della Premiata Forneria Marconi Ho sognato pecore elettriche I dreamed of electric sheep per farsi sorprendere e sentirli incrociare il cammino con altri due diversamente giovani del prog quali Ian Anderson e Steve Hackett, coprotagonisti di quella Il respiro del tempo che rappresenta uno di momenti migliori di questa nuova fatica, nei negozi dopodomani.

E se quella con l’ex Genesis è una nuova collaborazione, il sodalizio col “flauto magico” del leader dei Jethro Tull torna dopo l’incontro romano di 11 anni fa divenuto pure un album dal vivo. Fra gli altri ospiti, Flavio Premoli, cofondatore della Premiata, e Luca Zabbani, leader dei Barock Project. Un primo assaggio dell’album è arrivato col singolo AtmoSpace e relativo video, girato nel Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dove ieri Di Cioccio e Dijvas hanno presentato il progetto sotto due ali leonardiane con cui volarsene tra le pagine di Asimov e Philip K. Dick visto che Ho sognato pecore elettriche (titolo quasi uguale all’originale di Blade Runner) guarda a loro per riflettere sulla perdita del sogno di una società sempre più tecnologica. "C’è un momento nel film di Ridley Scott in cui, per capire se quello che ha davanti è un replicante o no, il protagonista gli dice “parlami di tua madre“… e l’androide entra in crisi" racconta Di Cioccio. "Ecco, questo concept album parte proprio da quel momento. Col progredire dell’ascolto, 7 brani cantati e 3 strumentali trasformano il clima utopico in distopico ribadendo che il mondo ha la sua elegia ma pure il suo caos, in cui non capisci più dove sta il battere e levare della vita". "Oggi gli androidi non sono più di plastica e ferro come nel film, ma in carne e ossa e li trovi ovunque", aggiunge Djivas.

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