Mercoledì 24 Aprile 2024

Pop Tommaso, cinema Paradiso "Io, un po’ Vasco e un po’ Batman"

Per il cantautore un album (“Space Cowboy“), un tour e il debutto da regista

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Una collezione di piccoli film musicali dedicata a grandi maestri dello schermo come Trovajoli, Rota e Piccioni. Tre anni dopo aver archiviato Thegiornalisti, Tommaso Paradiso sguaina la Colt con un album che sa di polvere e di stelle già dal titolo Space Cowboy (come Jamiroquai anni ’90). Lui ci gioca sopra definendosi "un vaccaro che ama solo guardare il cielo" ben sapendo di rivolgersi pure altrove, come al Lennon di Oh my love che affiora in Guardarti andare via. "Ho scopiazzato qua e là, del resto tutti gli artisti che amo, da Tarantino a Picasso, copiano e citano – dice –. C’è una frase nel disco che è un po’ il mio testamento: tu vuò fa’ l’americano, ma nel cuore c’hai Vasco".

Amico vero la canta con Franco 126. Quali altri amici ha nel mondo della canzone?

"Parecchi. Da anni con Calcutta parliamo di un tour formato Banana Republic anni 2000. In fondo siamo tutti figli di Dalla che guardano da sognatori all’America".

Ora l’attende un tour teatrale al via il 25 marzo dal Palainvent di Jesolo.

"Abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo spettacolo con due concerti per i fan e la puntata di Radio Italia Live in onda venerdì prossimo. Punto sull’essenzialità e su una band allo spirito adolescente, un po’ piratesco".

Il 26, 27 e 28 aprile debutta al cinema da regista con il film Sulle nuvole, con Marco Cocci. Quanto c’è di lei del protagonista, un musicista (spiantato) di nome Nic Vega?

"Un po’ del suo nichilismo e dei suoi impulsi autodistruttivi: quella tendenza allo “stasera mi butto via“ ce l’ho anch’io".

E come si riprende?

"Corsa, bici, pugilato. Poi però fumo, bevo e faccio tardi: Bruce Wayne di giorno e Batman di notte, lato oscuro compreso".

Sanremo?

"Non ci ho mai pensato, perché in gara non ci andrò mai. Se Sanremo è veramente il festival della canzone e non del suo interprete, dovrebbe essere data possibilità, a chi non se la sente di cantare dal vivo, del playback. Penso al ragazzino che viene ucciso dall’odio dei social perché stona o anche a Tananai, che sta andando fortissimo in radio nonostante l’ultimo posto".

Andrea Spinelli

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