
In Corea del Sud sono stati coltivati organoidi di pipistrello in laboratorio
Perché i pipistrelli possono coesistere con virus potenzialmente letali per l'uomo? Per rispondere a questa domanda gli scienziati sudcoreani hanno deciso di studiare da vicino questi piccoli mammiferi volanti attraverso una serie di progetti. Vediamo di cosa si tratta.
Organi ‘creati in laboratorio’ per studiare la resistenza ai virus
In primo luogo, un team di scienziati dell’Istituto di Scienza di Base di Daejeon, è riuscito a coltivare un insieme di organoidi di pipistrello, ovvero mini-organi coltivati in laboratorio a partire da cellule di pipistrello, aprendo potenzialmente nuove strade per studiare come i sistemi immunitari dei pipistrelli rispondano ai virus.
Secondo i ricercatori dell’istituto, gli organoidi derivano da quattro tipi di tessuto di cinque specie di pipistrello e potrebbero facilitare la ricerca su virus zoonotici respiratori, renali e intestinali. I virus zoonotici sono in grado di passare dagli animali all’uomo e viceversa, e i pipistrelli ospitano molti di questi virus, ma finora gli scienziati avevano capacità limitate di studiare come diverse specie di questi volatili rispondessero ad agenti virali differenti.
Dagli organoidi alle cellule staminali
Parallelamente, un altro team di ricercatori ha ottenuto cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) da due specie di pipistrelli asiatici: Hypsugo alaschanicus e Pipistrellus abramus. Si tratta di cellule normali che vengono “riprogrammate” in laboratorio per tornare a essere come cellule appena nate.
In sostanza, gli scienziati hanno preso cellule da queste due specie di animali e le hanno trasformate in queste staminali speciali (iPSC) sfruttando il virus Sendai che modifica le cellule. In questo modo si possono creare altri tipi di cellule di pipistrello in laboratorio, studiare le malattie e salvare le specie in pericolo, conservando le loro cellule.
L'uso di organoidi e iPSC derivati da pipistrelli rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione delle interazioni tra virus e ospiti. Questi modelli in vitro dovrebbero permettere di studiare la risposta immunitaria alle patologie virali riducendo la dipendenza da modelli animali tradizionali.