Washington, 3 aprile 2020 - La National Gallery of Art di Washington ha annunciato che restituirà un disegno (un pastello) realizzato da Pablo Picasso intitolato Testa di donna, agli eredi di un importante banchiere ebreo tedesco perseguitato dai nazisti. Il pastello risale al periodo blu del grande maestro spagnolo ed è datato 1903: ritrae una donna dai capelli scuri, dal volto serio e composto - la sua identità è sconosciuta - ed è uno degli almeno 16 capolavori che il banchiere Paul von Mendelssohn-Bartholdy vendette obtorto collo nei mesi successivi alla presa del potere da parte dei nazisti e prima della sua morte, nel 1935. Il banchiere, parente del famoso compositore Felix Mendelssohn e del filosofo dell’Illuminismo Moses Mendelssohn, venne espulso dall’Associazione centrale delle banche e banchieri tedeschi nel 1933 e dal consiglio dell’Ufficio assicurativo del Reich nel 1934. La banca di famiglia fu “arianizzata” - trasferito a proprietà non ebraica - nel 1938. Il disegno Testa di donna venne venduto al collezionista e mercante d’arte tedesco Justin K. Thannhauser nel 1934. La National Gallery of Art, che afferma di essere entrata in possesso del disegno come donazione nel 2001, si è detta decisa a restituire l’opera di Picasso agli eredi del banchiere «per evitare le pesanti spese che una controversia legale comporta». Una decisione «che non ha comunque valore di riconoscimento del merito o di validità delle rivendicazioni portate avanti dagli eredi», sottolinea il portavoce del museo americano. Fra i rappresentanti della famiglia Mendelssohn-Bartholdy, anche lo storico e politologo berlinese Julius Schoeps, pronto a giurare «che non vi sia dubbio che l’opera sia stata venduta a causa della persecuzione». «Mendelssohn-Bartholdy è stato sottoposto a boicottaggi, espropri di terra e alla perdita di molte delle sue proprietà», rincara la dose John J. Byrne, avvocato degli eredi di Paul von Mendelssohn-Bartholdy. «Nel 1934, il suo reddito era precipitato al 14 percento di quello che era stato nel 1932», le sue parole. Una situazione che si ripete. Giàl 2009, proprio mentre stava per iniziare un processo presso il tribunale federale di Manhattan, due musei di New York - il Solomon R. Guggenheim Museum e il Museum of Modern Art - raggiunsero accordi con gli eredi su altre due opere di Picasso che il banchiere era stato costretto a vendere a Justin K. Thannhauser in circostanze analoghe.
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