Mercoledì 24 Aprile 2024

"Veleno nelle ossa": Pablo Neruda fu assassinato

Il giallo sulla morte del poeta cileno 50 anni dopo. La perizia internazionale conferma la tesi dei familiari: ucciso da un sicario di Pinochet

Pablo Neruda

Pablo Neruda

Cinquant’anni dopo, il giallo sulla morte di Pablo Neruda – avvenuta il 23 settembre 1973 a 69 anni, dodici giorni dopo il golpe del generale Augusto Pinochet e l’assassinio di Salvador Allende nel palazzo della Moneda – si dipana definitivamente: l’ha ucciso un sicario del dittatore. Dopo che nell’ottobre 2017 un team internazionale di scienziati aveva ufficialmente accertato come il certificato di morte redatto al tempo nell’ospedale Santa Maria di Santiago del Cile ("conseguenze letali di un tumore alla prostata con metastasi") fosse falso e che il decesso fosse dovuto a un veleno, una nuova equipe ha potuto accertare – con studi effettuati in laboratori specializzati di Canada e Danimarca - che quella sostanza che aveva ucciso il poeta premio Nobel, presente in un molare e diffusasi nelle ossa, non era endogena, ma gli era stata inoculata mischiando il potente “costridium botulinum“ agli antidolorifici che i medici gli avevano prescritto per lenire un dolore che, a detta di un testimone, non era neppure così lancinante.

Nella giornata di oggi quei risultati saranno portati sul tavolo del giudice Paola Plaza, che così deciderà se la causa portata avanti dalla famiglia dello scrittore e dal Partito comunista cileno può arrivare a qualche conseguenza giudiziale oltre all’avere stabilito la verità storica dei fatti. I risultati sono stati anticipati dal nipote di Neruda, Rodolfo Reyes, che ha seguito tutta la vicenda anche come avvocato e che da dieci anni sostiene con forza la tesi dell’omicidio di Stato commesso nei confronti di uno dei più fidati amici di Allende, a cui lo zio aveva ceduto la candidatura per la Presidenza della Repubblica.

Ucciso Salvador e cominciata la dittatura fascista di Pinochet, Neruda, fervente comunista da sempre iscritto al partito per il quale era stato senatore, avrebbe dovuto uscire dall’ospedale e partire per un nuovo esilio dopo quello passato sotto il regime di Gabriel Gonzalez Videla (1946-1952) durante il quale era stato anche in Italia, a Sant’Angelo d’Ischia, foraggiato da Togliatti e dal Pci che lo aiutò poi a rifugiarsi in Francia. Alla vicenda italiana di Neruda è stato dedicato il film Il postino , l’ultimo girato da Massimo Troisi, anche se la storia originale, raccontata nel romanzo Ardiente paciencia di Antonio Skarmeta, era ambientata in Cile.

Reyes ha detto all’agenzia Efe che "adesso sappiamo che il "clostridium botulinum" non avrebbe dovuto essere presente nelle ossa di Neruda e quindi il poeta è stato assassinato nel 1973 da agenti dello Stato cileno". A riaprire il caso era stata nel quarantennale della scomparsa la testimonianza dell’autista di Pablo, Manuel Araya, che quel 23 settembre si trovava nella clinica con la moglie di Neruda, Matilde Urrutia, per preparare il viaggio verso l’esilio in Messico. Araya – che fino al 2013 aveva taciuto per paura – raccontò che entrò nella stanza uno "strano" medico che fece un’iniezione nello stomaco al poeta; un paio d’ore dopo il paziente cominciò a trasecolare e nella notte morì.

Quel medico sarebbe stato Michael Townley, l’agente della Cia già coinvolto alla Moneda nell’assassinio di Allende, che non è mai stato possibile sentire perché era finito nel programma testimoni dell’Fbi assumendo una nuova, nascosta, identità. La testimonianza dell’autista convinse il giudice Mario Carroza a chiedere l’esumazione del corpo di Neruda, sepolto a Isla Negra. Il capo del servizio sanitario cileno, Patricio Bustos, affermò che non c’erano veleni nel corpo, ma la famiglia e il Partito comunista insistettero e venne nominata una commissione internazionale di sedici membri che con sofisticati strumenti riuscì a scovare, nel 2017, il botulino in un molare del poeta.

Ci sono voluti altri cinque anni e mezzo per individuare in un’iniezione la causa della presenza del batterio e ad affermare in modo incontrovertibile quello che già a ottobre 2017 il professor Antonio Luna, luminare spagnolo dell’Università di Murcia, aveva sostenuto: "Nel risultato delle nostre analisi c’è spazio per dire che Neruda è stato assassinato da sicari del generale Pinochet".

Ora quello spazio si è riempito. Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, questo il vero nome di Pablo Neruda, potrà ora riposare in pace. E il Cile potrà chiudere per sempre una delle pagine più nere e tristi della sua storia.

 

 

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