Mercoledì 24 Aprile 2024

Nato per correre (all’incasso): il Boss vende tutto

Springsteen ha ceduto il suo catalogo alla Sony per 500 milioni di dollari. Come ha fatto Dylan, che ha ne guadagnati però 300

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di Silvia Gigli

L’indiscrezione era nell’aria da qualche tempo. Dopo il Nobel Bob Dylan, che nel dicembre scorso ha venduto il suo catalogo alla Universal (600 canzoni per 300 milioni dollari), Bruce Springsteen ha ceduto il suo catalogo alla Sony per 500 milioni di dollari, un vero record. L’accordo include il catalogo musicale del Boss, 300 canzoni incise, oltre che l’intero lavoro come compositore, e dà a Sony la proprietà di classici come Born to Run e Born in the Usa.

Una notizia bomba per tanti motivi. In primis per la storia di Springsteen, per le sue origini proletarie, per l’aver dato voce alla rabbia contro lo strapotere delle banche, per il suo essersi messo sempre al fianco degli ultimi e poi alla fine aver ceduto per denaro a una multinazionale. Anche se i motivi possono essere tanti e quelli veri, certo, li sa solo lui. Appare singolare, però, che a cedere il proprio patrimonio musicale siano due incalliti performer dal vivo. Sia Dylan sia Springsteen non hanno mai rinunciato a un concerto, quasi fosse una droga. E hanno fatto bene perché i loro live sono esperienze catartiche. Negli ultimi tre anni però i due musicisti non hanno più potuto fare show. La pandemia da Covid 19 ha letteralmente spazzato via la musica dal vivo e con essa la parte ormai più consistente delle loro entrate. E va anche detto che i due non sono più abituati alla vita da bohème, hanno una certa età (80 Dylan, 6 figli ma c’è chi mormora che siano 10; 72 anni Springsteen e 3 figli) e due famiglie da mantenere. Vendere il catalogo forse è parsa loro la soluzione migliore. Anche per evitare future liti tra gli eredi.

Le case musicali, dal canto loro, comprano per fare un investimento a lungo termine, che potrebbe sfociare anche in eventuali quotazioni in Borsa. Il mercato musicale è cambiato, i dischi non vendono più come vent’anni fa, solo i concerti fanno cassa ma lo stop è durato a lungo, e chissà se non tornerà. È necessario, quindi, trovare altre strade per guadagnare. Con la speranza che Bruce abbia messo qualche clausola per evitare che le sue canzoni più amate e iconiche finiscano in una pubblicità. Non che lui abbia la puzza sotto il naso: quest’anno è stato testimonial di lusso per la Jeep. Ma ascoltare Thunder Road in uno spot di auto, o Born to Run in uno per le scarpe da ginnastica, un piccolo choc lo provocherebbe.

Il caso di Dylan e del Boss non è comunque unico: hanno fatto la stessa cosa la cantante dei Fleetwood Mac Stevie Nicks, Neil Young (che ha venduto metà del catalogo), Paul Simon, David Crosby, poi Blondie, Killers, Imagine Dragons, Barry Manilow, Chrissie Hynde dei Pretenders, Dave Stewart degli Eurythmics, Motley Crue, membri dei Bon Jovi e dei Blink 182, ora anche gli eredi di James Brown. Perché? Il Wall Street Journal sostiene che si tratta di un affare sia per le case discografiche sia per i musicisti. Il Guardian ha paragonato il fenomeno a una “febbre dell’oro”. L’industria musicale è da tempo in grossa crisi, dovuta al fatto che i dischi non vendono più, e che i ricavi derivanti dallo streaming sono più bassi. Una singola riproduzione in streaming frutta all’artista normalmente una frazione di centesimo di dollaro: Spotify, la piattaforma più diffusa, è tra quelle che pagano meno, tra un terzo e metà di un centesimo a riproduzione. Un artista solista quindi deve accumulare alcune centinaia di migliaia di riproduzioni al mese, per arrivare a uno stipendio da salario minimo negli Stati Uniti. Su YouTube i ricavi sono ancora più bassi. Per questo, i concerti rappresentano in molti casi la principale fonte di ricavi per i musicisti, dalle band emergenti fino agli U2. Per molti artisti, quindi, vendere è stata una necessità.

Commentando la vendita del catalogo di Dylan, David Crosby, ex eroe della controcultura anni ’60 e ’70 ha detto che avrebbe fatto come lui perché "non posso lavorare, e lo streaming mi ha rubato i soldi dei miei dischi. Ho una famiglia e un mutuo, e devo occuparmene perciò è la mia unica opzione. Penso che anche gli altri siano nella stessa situazione".

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