Venerdì 26 Aprile 2024

"Le otto montagne? Un premio all’amicizia"

Il riconoscimento al film italiano tratto da un romanzo di Cognetti, con protagonisti Marinelli e Borghi che hanno iniziato insieme

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di Giovanni Bogani

C’è anche l’Italia, nei premi di Cannes. C’è in una storia di amicizia, di silenzi duri, di ragazzini che si ritrovano uomini, intrappolati in vite diversissime. Ma, nonostante tutto, così simili, così legati, mentre vivono tenendosi addosso i loro sbagli, i loro smarrimenti. La loro paura di avere girato a vuoto, nella vita, senza aver trovato il loro posto nel mondo. Se non quel legame che li unisce, fortissimo, al di là degli anni che passano, dei chilometri che li dividono. Il film è "Le otto montagne". Era in concorso il primo giorno: i giurati lo hanno custodito nella mente e nel cuore per dodici giorni. E il film ha ricevuto, sabato sera, il Premio della giuria. I due registi, Felix van Groeningen e Charlotte Vandermersch, sono belgi. Ma sono italiani i protagonisti, Luca Marinelli e Alessandro Borghi; è italiano l’autore del romanzo da cui il film è tratto, Paolo Cognetti. E lo sono le società che coproducono il film, Wildside e Vision. Il film è l’occasione di ritrovarsi, su un set, per Marinelli e Borghi, sette anni dopo "Non essere cattivo", il film che lanciò le loro carriere. "È stato bello ritrovare Luca", dice Borghi. "Ed è stato fantastico interpretare una storia di montagna, di smarrimenti, di abbracci, di vita, di amore raccontato con le mani, con i passi nella neve, con i silenzi. È stato un film ‘fisico’, con lunghi percorsi a piedi per arrivare al set, in una casa in cima alla montagna. Con le gambe che affondavano nel fango".

Paolo Cognetti, l’autore del romanzo "Le otto montagne", premio Strega 2017, è raggiante: "Era il 2019 quando Felix e Charlotte sono arrivati da me: li ho accompagnati in montagna, sui luoghi del libro, dentro le case degli amici montanari, nelle baite. Il fattore tempo era fondamentale affinché entrassero in queste vite. Poi sono arrivati Luca e Alessandro". Cognetti parla delle scelte molto coraggiose nella realizzazione. "Hanno girato tutto dal vero. La baita è veramente la baita, di pietra e legno: e veramente Luca e Alessandro mettono una pietra sopra l’altra, per costruirla. Non c’è una sola luce artificiale: c’è il sole, c’è il ghiaccio, c’è la notte. Per me, tutto questo è un miracolo".

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