Mercoledì 24 Aprile 2024

L’attricetta Hilde, una spia nazista da Oscar

Talento mediocre al cinema, la Krüger fu una pedina strategica nei rapporti fra il III Reich e il Messico. E sopravvisse alla sconfitta

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di Roberto Giardina

Nella storia del cinema, viene citata con poche righe, Hilde Krüger. All’Ufa, la Cinecittà di Berlino, era una starlet, una biondina con gli occhi azzurri, dal mediocre talento, ma il suo più grande ruolo lo ebbe nella vita reale, irresistibile femme fatale, spia di Hitler negli Stati Uniti, poi in Messico, conquistò gli uomini più importanti e più ricchi del suo tempo. Rese una grande servizio al III Reich, assicurando le forniture di petrolio e di vitali materie prima, anche all’alleata Italia. Grazie al suo fascino, sopravvisse alla guerra e alla sconfitta. Per l’ammiraglio Wilhelm Canaris, capo dell’Abwehr, il controspionaggio, Hilde era uno dei suoi più importanti agenti. Un copione troppo avventuroso che i registi avrebbero rifiutato.

Katharine Mathilde Krüger nacque a Colonia nel 1912, o a Berlino nel ’14, nulla è certo nella sua biografia. Cambia nome, e Hilde gira un film antisemita Nur nicht weich werden, Susanne!, non diventare tenera, Susanne. La nota il ministro della propaganda Joseph Goebbels, il dittatore dell’industria cinematografica, soprannominato "der Bock von Babelsberg", il caprone degli studios, ed entra nella sua scuderia di amanti, fa carriera, in poco tempo gira una dozzina di film, finché la moglie Magda diventa gelosa. Wilhelm Canaris provvidenzialmente scrittura Hilde per la parte di agente segreto.

All’inizio della guerra, nel gennaio del ’40, può andare a Hollywood a tentare la fortuna, come Marlene Dietrich. Il suo inglese è pessimo, il talento scarso, Hilde alloggia in una suite al "Beverly Wilshire Hotel", il conto lo paga Paul Getty, l’uomo più ricco al mondo, che è un buon amico del Führer. Lei trova il tempo per diventare l’amante del milionario Gert von Gontard, proprietario della birra Budweiser. Hilde insospettisce l’OSS, che poi diventerà la Cia, il controspionaggio americano, che già controlla Marlene, Thomas Mann, e Bertold Brecht. Meglio non fidarsi dei tedeschi, sono nazisti o comunisti.

La mattina del 9 febbraio ’41, Hilde passa in auto il confine con il Messico a Nuevo Laredo, si spaccia per americana, e non incontra difficoltà. Le guardie sono state avvertite. È incaricata di una missione speciale, sedurre gli uomini al governo, e legare il paese al III Reich. Nel 1936, il presidente Lázaro Cárdenas ha nazionalizzato le società petrolifere, nonostante le minacce degli Usa vende i due terzi della produzione alla Germania e all’Italia. Ma adesso il presidente è Manuel Ávila Camacho, e a Berlino si teme che cambi idea.

Hilde non fallisce. Seduce Ramón Beteta, il ministro delle Finanze, poi il collega agli esteri Ezekiel Padilla, e subito dopo il ministro agli Interni Miguel Alemán. Fa rapporto a due agenti di Canaris a Città del Messico, uno è Friedrich von Schlenbrügger, il nonno dell’attrice Uma Thurman. In luglio dichiara alle autorità la sua vera identità: è tedesca, 28 anni, alta un metro e 65, di mestiere diva. Alemán la va a trovare tutte le sere alle 23 e se ne va alle 4 del mattino. Hilde riesce a tornare a Hollywood, grazie all’aiuto di Errol Flynn, per partecipare alla festa del console tedesco. Levando una coppa di champagne, griderà Heil Hitler. Gli agenti dell’OSS la lasciano rientrare in Messico.

Grazie a lei, il III Reich importa migliaia di tonnellate di petrolio, gli U Boote con la croce uncinata caricano mercurio, preziosa materia prima nel porto di Vera Cruz. Alemán le consegna 300 visti in bianco, che lei invia a Canaris per i suoi Spionen. Dopo Pearl Harbour, nel dicembre ’41, gli Stati Uniti entrano in guerra, e avvertono i messicani che stanno ospitando una rete di spie naziste. Nel marzo ’42, Hilde viene arrestata con altri 24 agenti tedeschi. Grazie alle amicizie, torna subito in libertà. Trova il tempo di girare un film, e resta in Messico anche dopo la fin della guerra.

Nel ’46, Aleman diventa presidente della Repubblica, ma lei è l’amante di Nacho de la Torre, nipote dell’ex presidente Porfirio Díaz. Poi gli preferisce Julio Lobo Olavarria, il re dello zucchero cubano, uno degli uomini più ricchi dell’America latina. Lo sposa e lo segue in Spagna, per divorziare dopo pochi mesi. Hilde non ha ancora 40 anni, e resta a galla ovunque, con chiunque. Sa troppo, e la lasciano in pace.

Nel ’58, girerà in Svizzera il suo ultimo film, un romantico polpettone, Eine Rheinfahrt, die ist lustig, una crociera sul Reno, è divertente. Infine preferisce farsi dimenticare. Per alcuni è morta in Baviera nel 1991, per altri dieci anni dopo. Per Hilde, la fine come la nascita è incerta.

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