Venerdì 26 Aprile 2024

"La mia Lady D, sola ma forte e piena di luce"

Kristen Stewart nel biopic 'Spencer' del regista Lorrain: è il ritratto intimo di una donna infelice nei giorni in cui decise di lasciare Carlo

Kristen Stewart, alla presentazione di Spencer, biopic diretto da Pablo Larrain

Kristen Stewart, alla presentazione di Spencer, biopic diretto da Pablo Larrain

Venezia, 4 settembre 2021 - Lady Diana prigioniera. Lady Diana chiusa, stretta in una gabbia di regole, orari, obblighi, tradizioni. Lady Diana sola, in mezzo a un mare di servitori. Con soltanto una cameriera che comprende, tace, e le dà quella scintilla di empatia di cui avrebbe disperatamente bisogno: ma una cameriera complice è un pericolo, da allontanare subito. Nel film di Pablo Larraìn Spencer, presentato in concorso alla Mostra, lady Diana viene raccontata nei tre giorni cruciali della sua vita: quelli in cui decise di abbandonare il principe Carlo. E lady Diana ha il volto bello e malinconico di Kristen Stewart. Trentun anni, una carriera iniziata da ragazzina, con Into the Wild di Sean Penn, la popolarità immensa della saga di Twilight, l’amore – reale – con Robert Pattinson, poi gli amori omosessuali: con la cantante Soko, la stilista Sara Dinkin, quello attuale con la sceneggiatrice Dylan Meyer. Il coming out fatto al Guardian: "Sono bisessuale". 

Kristen Stewart, chi era per lei Lady Diana? "Una persona che, nonostante fosse la donna più conosciuta del mondo, era molto sola, molto isolata. E una donna con una immensa energia interiore: quando vedi i suoi video, senti come se il terreno tremasse attorno a lei. Non sai mai quello che sta per fare. Illuminava ogni persona con la sua luce, e desiderava solo riceverne un po’ indietro, in cambio". 

Qual era la sua dote più grande?  "In un mondo di ipocrisie, lei aveva sempre il cuore in mano, era sempre sincera. Per me è il suo aspetto più bello". 

Anche lei, come Lady D, ha sperimentato un’attenzione mediatica morbosa. 

"Beh, no io ho vissuto, per qualche momento, un alto livello di attenzione dei media, ma niente di paragonabile. Però, è vero che anch’io sono stata passata al microscopio. In questo mi sono sentita vicina a lei, alla sensazione di non poter controllare le impressioni che le persone hanno di te. Lei si è ribellata, perché a un certo punto è necessario mostrare i denti e salvarsi".

Qual era la condanna di Lady Diana?  "Il fatto che tutti credessero di conoscerla, e lei paradossalmente fosse la persona più misteriosa, meno conoscibile del mondo". 

Come sono state le riprese? "Liberatorie. Mi sono sentita bene nei panni di Diana, più forte, persino più alta. Una sensazione strana da raccontare. Perché il film racconta il momento di svolta della sua vita, il suo sforzo enorme per riprendersi la sua vita e il suo nome, Spencer". 

Pablo Larrain, regista cileno di grande talento, aveva già esplorato la vita di una first lady in Jackie, su Jacqueline Kennedy. 

Perché ha scelto di raccontare Diana, e perché adesso?  "Ho pensato a mia madre. Ho voluto fare un film che anche le persone come mia madre potessero capire, e amare. Lei leggeva le storie che riguardavano Diana, e capiva che si trattava di una persona normale, una persona vera, che finisce in un mondo più grande di lei, un mondo artificiale. Volevo farne una favola, ma una favola per adulti". 

Le favole hanno un inizio, uno sviluppo e una fine. Qui quali sono?  "Sono i tre giorni in cui Diana prima è un’anima spezzata, poi un fantasma, e poi riesce a rimettere insieme i suoi pezzi".

Che cosa la seduceva in Diana? "Un elemento di magnetismo e di mistero. Una sorta di miracolo, che ho ritrovato miracolosamente in Kristen Stewart".   

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