Venerdì 26 Aprile 2024

La vita di Saramago da sorvegliato speciale

Nuovi documenti testimoniano come lo scrittore Premio Nobel fosse considerato un nemico della dittatura. Spiato dalla polizia politica

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di Riccardo Jannello

Sorvegliato e mai domo. Oppositore e censurato. Nell’anno in cui José Saramago avrebbe compiuto cento anni – il 16 novembre – tutto il mondo lusofono celebra l’unico scrittore Premio Nobel per la Letteratura (1998) di lingua portoghese, l’autore di autentici capolavori – Cecità, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Memoriale del Convento, L’anno della morte di Ricardo Reis per ricordarne solo alcuni –, ma anche l’uomo, l’attivista politico, l’ateo e comunista ("ma mai stalinista") e poi anarchico che ha lottato contro l’“Estado Novo“ di Salazar e Caetano e contro i dogmi della potente chiesa cattolica, tanto da decidere, dopo il Vangelo considerato blasfemo dalle autorità ecclesiastiche, di auto esiliarsi in Spagna. Però senza mai dimenticare la sua patria e la sua lingua, fino a chiedere che le proprie ceneri fossero disperse sotto un olivo di Azinhaga, la città del Ribatejo dove era nato, piantato davanti alla Fondazione che porta il suo nome, nella Casa dos Bicos, uno degli edifici più iconici di Lisbona, ispirato al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.

Una delle mostre in corso – José Saramago e alcuni documenti del Diavolo alla Torre do Tombo, l’Archivio di Stato a Lisbona, fino al 6 settembre – racconta proprio di José Saramago sorvegliato speciale dalla Pide, la Policia Internacional e de Defesa do Estado di Antonio Salazar sostituita alla sua morte dal successore Marcelo Caetano con la Dgs, Direcçao Geral de Segurança, una polizia politica un poco più blanda ma sempre pronta a torturare i sovversivi. Con lo scrittore non si arrivò a tanto, ma veniva costantemente "attenzionato" perché non in linea "con gli ideali vigenti".

La sua attività giornalistica era censurata da Salazar che si batté con forza perché il primo romanzo, Terra do pecado, del 1947, avesse grossi problemi di distribuzione, e così fu. Un romanzo, più tardi definito "figlio scapestrato" dallo stesso autore, ma che mostrava già nei temi sociali e intimi i segni di una forma narrativa potente e di una rappresentazione profonda dei personaggi, soprattutto la protagonista Maria Leonor. Finalmente a fine novembre uscirà la prima edizione italiana col titolo La vedova (Feltrinelli), che era quello che all’inizio Saramago voleva dare al romanzo poi cambiato dall’editore lisbonese Minerva in Terra del peccato.

Tornando alla mostra ci sono una serie di foto – tratte dall’archivio del Diario de Lisboa – che ritraggono Saramago spiato durante manifestazioni politiche clandestine e comizi nei primi anni Settanta, lui che si era iscritto al Partito Comunista Portoghese, formazione fuorilegge, nel 1969. Sono gli anni in cui viene preparata la Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974, nata sia grazie ai nemici del regime rimasti in patria, come lo scrittore che si affidava alla poesia per esprimere i propri sentimenti, sia a personaggi fuggiti all’estero, come Mario Soares e Alvaro Cunhal.

Nell’elenco delle "rivelazioni", tra i documenti basilari alla Torre do Tombo, il direttore generale del Libro, degli Archivi e delle Biblioteche, Silvestre Lacerda, richiama l’attenzione su due: il primo è la lettera che lo scrittore inviò nel 1973 alla figlia, Violante Saramago Matos – 75 anni, biologa, scrittrice e pittrice, per molto tempo firmatasi solo con il nome del marito – quando venne imprigionata dalla polizia politica per la sua partecipazione ai festeggiamenti del 1° maggio di quell’anno. "È un pezzo inedito", dice Lacerda spiegando che la missiva fa parte di una serie di documenti scovati nei vari processi di sorveglianza che il regime ha promosso sulle persone con cui lo scrittore ha avuto rapporti.

Il secondo riguarda il tentativo del Premio Nobel, in collaborazione con Mário Ventura Henriques, di rilanciare la pubblicazione del settimanale O Diabo nel 1973 dopo l’esperienza fra il 1934 e il 1940 e stringere collaborazioni con figure, circoli culturali e letterari e personaggi dell’opposizione come José Cardoso Pires – autore di Dinnosauro Excelentissimo, pungente satira su Salazar –, Alice Vieira – scrittrice e attivista –, Óscar Lopes, António Borges Coelho e Orlando Costa – tutti e tre più volte "ospiti" delle carceri della Pide, l’ultimo è il padre dell’attuale primo ministro, il socialista Antonio Costa. Fa da contorno la produzione letteraria di questa icona della cultura contemporanea tradotto in tutte le lingue del mondo.

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