Giovedì 25 Aprile 2024

"La mia canzone contro la guerra"

Jovanotti: "Ho scritto Mediterraneo dopo la malattia di mia figlia. Un momento difficile, come questo"

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di Andrea Spinelli

La guerra no, Jovanotti non l’aveva proprio messa in conto. E ora si ritrova a fare i conti con un Beach Party pieno per metà che fatica a trovare posto nei progetti estivi della sua (ballante) tribù. D’altronde, davanti alle immagini di Mariupol o di Kharkiv devastate dalle bombe, è dura anche per un cultore del pensiero positivo immaginarsi una corsa al biglietto per le feste sulle spiagge. Ma Lorenzo è abituato a remare controcorrente e ieri sera è sbarcato in forze nel salotto di Fabio Fazio per parlare di questo e del nuovo ep Mediterraneo.

"In momenti così uno che fa il mio lavoro si sente chiamato in causa" dice. "È tutto molto difficile, ma va fatto. In questo momento riesco solo a pensare che questa guerra debba fermarsi. Subito. Sul resto non so cosa dire".

È giusto mandare le armi?

"Non lo so. So però che le vittime delle guerre moderne sono innanzitutto i civili: per questo prego che tutto si blocchi e che non muoiano più bambini. Grazie alla tecnologia e alle unioni fra paesi i nostri figli non sanno più cosa sono i confini ed è devastante vedere ancora migliaia di vittime innocenti".

Concerti per la pace come quello di martedì a Bologna hanno un ruolo?

"Oggi tutto ha senso. Certe iniziative possono fare molto? Non lo so. Ma se i dischi di beneficenza non si possono più fare perché l’oggetto disco non vende più, bisogna trovare altre strade da percorrere. Anche per il moto civile e appassionato che c’è dietro iniziative di questo tipo". Intanto ci sono le otto canzoni di Mediterraneo.

"Mi sto adeguando ai ritmi della moda. Questa è la collezione primaverile, ma sono già al lavoro su quella estiva. Singolare, però, che un brano come La primavera sia uscito in autunno".

Le stagioni non sono più quelle di una volta.

"Ho scritto il repertorio di Mediterraneo dopo un periodo difficile (la malattia della figlia Teresa, ndr) in cui non pensavo neppure alla musica. Ma evidentemente dentro qualcosa stava accadendo. Il disco è nato in una situazione molto intima, ma non è intimo; anzi, cerca un contatto come quello del Jova Beach Party, che è un po’ il committente occulto di queste canzoni".

Attorno al suo party sulle spiagge s’è scatenata una polemica: l’abbattimento di 65 metri di tamerici a Marina di Ravenna ha provocato la denuncia di Italia Nostra.

"Uno dei principi che abbiamo seguito nell’organizzazione del tour è quello non solo di rispettare i territori, ma anche di contribuire alla loro valorizzazione come accaduto tre anni fa a Castel Volturno, dove nel 2019 su una spiaggia semi abbandonata ci siamo inventati un mondo". L’impatto di una carovana come la sua sugli scenari naturali è argomento delicato.

"Diciamo che il Jova Beach Party è un acceleratore di processi che consente, magari, ai comuni di sfruttare l’occasione per fare lavori che languivano da tempo. E se il mio evento per le associazioni ambientaliste diventa un cavallo di Troia attraverso cui avere visibilità per portare avanti le loro rivendicazioni, va bene così".

Lavori in corso?

"Stiamo compilando l’elenco degli ospiti. Un format così non c’è mai stato, quindi rispetto all’edizione 2019 abbiamo cercato di conservare alcuni elementi di continuità per ricreare quel clima e ritrovare un rapporto col nostro corpo. Tenuto conto di quello che abbiamo passato, vedo questo Beach Party 2022 come un veliero che riemerge da una tempesta".

Ci sarà pure Gianni Morandi...

"Per lui le porte sono sempre aperte, può venire quando e dove vuole. La Sony gli ha chiesto un singolo estivo e ho da parte una canzone molto forte che potrebbe piacergli. Vediamo cosa accadrà. Sarebbe bello tornare a collaborare assieme".

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