Mercoledì 24 Aprile 2024

La memoria deve vivere: un Museo della Shoah

Il ministro Sangiuliano rilancia: necessario all’Italia. Lo storico Perfetti: "Le Fondazioni non bastano. Contro l’oblio c’è bisogno di emozioni forti"

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di Pino Di Blasio

"Chi segue la mia attività sa che sono impegnato nella realizzazione di un museo sulla Shoah e per la localizzazione di questa struttura mi affiderò e seguirò solamente le indicazioni della comunità ebraica. Non esprimerò alcuna mia idea al riguardo perché ritengo sia un dovere nazionale fare il museo della Shoah per deprecare ancora di più l’oblio della Shoah stessa". Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha voluto anticipare la Giornata della Memoria intervenendo a Siena al convegno Dentro il Sacro. Multiculturalismo e plurilinguismo nello scavo del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni. Deviando, in qualche modo, l’attenzione dai preziosi reperti etruschi e romani riscoperti nel fango delle acque termali. Il motivo del convegno internazionale di Siena, con l’annuncio del museo che dovrebbe nascere a San Casciano. "La conoscenza della storia, soprattutto quella degli etruschi – ha chiosato il rettore dell’Università per Stranieri, Tomaso Montanari, cercando un collegamento tra due musei per ora solo sulla carta – è il miglior antidoto contro i fascismi. Durante il Ventennio gli etruschi vennero esaltati come nostri antenati di sangue italico. E perfino Dante fu definito etrusco, per via del suo naso pronunciato. In realtà era un popolo che aveva il meticciato nel suo dna".

Il museo a San Casciano dei Bagni che dovrà custodire i tesori del Santuario del Bagno Grande per ora deve cedere il passo all’auspicato museo nazionale della Shoah che il ministro Sangiuliano vuole aprire, ascoltando la comunità ebraica. Ma come dovrebbe essere questo museo? E non ce ne sono già altri in Italia, dal Memoriale della Shoah a Milano al museo delle comunità ebraiche a Trieste, dal Museo di Ferrara al Museo Ebraico di Roma al Portico d’Ottavia?

"Il limite dei memoriali della Shoah in Italia è che sono presìdi in qualche modo autoreferenziali, strutture legate a Fondazioni. L’idea di un grande museo della Shoah – è la tesi dello storico Francesco Perfetti – non è affatto peregrina e si inserisce nel solco della storiografia che chiede spazi della memoria, luoghi fisici ma anche mentali che siano capaci di alimentare la memoria collettiva".

Forse l’intento del ministro è proprio questo, pensare a una struttura che alimenti costantemente una memoria collettiva per scongiurare il pericolo dell’oblio, l’anticamera del negazionismo. "Il Museo della Shoah deve ricordare un evento unico

nella storia dell’umanità – aggiunge il professor Perfetti –, il punto di arrivo di un’operazione di annientamento di un popolo, antiumana nella sua essenza. Dovrebbe essere concepito non come una struttura statica, e vecchia, ma come un’istituzione viva".

Perfetti ricorda quando allestì, con altri storici, il museo sui bombardamenti a Cassino e chiese aiuto a Carlo Rambaldi, creatore di E.T. "Era una struttura che scatenava emozioni forti. C’era la sala delle migrazioni, con tutte le valigie, il plastico dei luoghi della battaglia, si sentiva il rombo degli aerei". La tecnologia è la chiave del successo del futuro museo della Shoah; con l’intelligenza artificiale, i visori ultra Hd e il nutrito elenco di innovazioni interattive, potrebbe alimentare più facilmente il fuoco della memoria e scacciare l’oblio.

Il Jewish Museum di Praga e il Museo Ebraico di Berlino, disegnato da Libeskind, sono alcuni modelli europei di spazi dedicati a ricordare il genocidio più crudele dell’umanità. "Prima di aprirlo in Italia – è la conclusione di Francesco Perfetti – sarebbe opportuna una ricognizione neì luoghi della memoria in Europa per trarne il meglio. Il luogo ideale in Italia per ospitare il museo della Shoah è ovviamente Roma, non ci sono alternative. È la città del rastrellamento del 1943, dove c’è un ghetto che ha una storia importante. Lì può servire per alimentare la coscienza civile, assieme alla memoria".

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