Giovedì 25 Aprile 2024

LA FINE EBBREZZA DEL BRINDISI NARRATA DA DE AMICIS

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di Luca Bonacini

Militare, giornalista, viaggiatore, scrittore e soprattutto autore di ‘Cuore’, una delle più significative opere per ragazzi a livello mondiale, Edmondo De Amicis (1846-1908), nella sua attività editoriale si è prodotto anche in uno studio sul vino, esplorato da un inedito punto di vista. Colto e curioso, nell’inverno del 1880, lo scrittore (tradotto anche in cinese), accetterà la sfida di partecipare a Torino a un ciclo di undici ‘conferenze pubbliche sul vino’, insieme a dieci amici altrettanto famosi, i professori Graf, Corrado, Bizozzero, Mosso, Cossa, Arcangeli, Lessona, Cognetti, Lombroso e Giacosa, che racconteranno il vino da diverse angolazioni, la leggenda, le lettere, la patologia, la fisiologia, la chimica, la botanica, la storia naturale, il commercio, il delitto, la poesia. Il contributo di De Amicis si concentrerà sulla ricaduta psicologica che il vino ha su intelligenza, immaginazione e sentimento, un’iniziativa originale che avrà un notevole successo, da cui l’editore E. Loescher trarrà una pubblicazione. Lo scrittore, a cui Imperia ha reso omaggio dedicandogli un museo, indagherà l’argomento con ironia cercando di coglierne le più intime suggestioni, investigando “quella alterazione crescente di sentimenti e di idee, quella successione continua di stati diversi della coscienza, per cui si arriva dalla serenità tranquilla che segue i primi sorsi all’esaltazione ardente e tumultuosa degli ultimi brindisi…”. Fino a dove può spingersi l’ebbrezza? “L’ostacolo che prima sembrava insormontabile appare facilmente superabile…certi dissensi gravi di pareri e di sentimenti, s’intravede vagamente la maniera di conciliarli, confidando un po’ di più nella fortuna e in noi stessi…”. Un’indagine ad ampio spettro sugli effetti che il vino ha sull’uomo, riflettendo sui momenti di svago dello spirito a tavola, ma condannando gli eccessi che derivano dall’abuso: “che c’è infatti, di più onestamente lecito e di più salutare di quel piccolo sfogo, moderato, di giovialità e spensieratezza, in mezzo agli amici dopo molti giorni di lavoro…quando sfuggono i segreti, colti dal furore della sincerità…”

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