Venerdì 26 Aprile 2024

La “bella di giorno“ torna a Venezia col Leone

Il premio alla carriera a Catherine Deneuve: nel 1967 stupì alla Mostra nel ruolo della prostituta (per piacere) nel film di Luis Buñuel

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di Giovanni Bogani

Regale, sontuosa. Calma, composta, seducente: Catherine Deneuve riceverà, alla prossima Mostra del cinema di Venezia, il Leone d’oro alla carriera. Un premio che consacra un percorso straordinario, ma anche un rapporto intensissimo con l’Italia e con la Mostra del cinema. Dove, nel 1967, la sua interpretazione di Bella di giorno di Luis Buñuel sconvolse tutti, e portò al Leone d’oro. All’epoca, Catherine a 24 anni aveva già recitato in un musical effervescente, Les parapluies de Cherbourg di Jacques Démy, che sarà d’ispirazione per La La Land di Damien Chazelle. Ma, in realtà, in quel momento l’attrice celebre in famiglia era la sorella Françoise Dorléac, protagonista de La calda amante di Truffaut. Françoise scomparve tragicamente in un incidente stradale nel 1967, a 25 anni. Lei, lo stesso anno, catturava l’attenzione con quel ruolo sensualissimo: una rispettabile signora borghese che, ogni pomeriggio, scivola dentro una casa di appuntamenti, e si prostituisce per scelta, per piacere, per liberazione personale.

"È una gioia immensa ricevere questo premio prestigioso dalla Mostra di Venezia, che amo e conosco da molto tempo, e che mi ha accompagnato spesso per tanti film", ha dichiarato l’attrice appena appreso del premio, che le sarà consegnato durante la Mostra, che si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre. L’Italia, del resto, è da sempre al centro dei percorsi di Catherine. Nel cinema e nella vita. Al cinema, le collaborazioni con Marco Ferreri, con Mauro Bolognini, con Dino Risi, con Mario Monicelli – Speriamo che sia femmina. Nella vita, l’amore travolgente con Marcello Mastroianni.

Durerà solo quattro anni, quell’amore, dal 1971 al 1975. Nasceranno la figlia Chiara, anch’essa attrice, e uno “scandalo“ diffuso su tutti i rotocalchi del mondo.

Mastroianni era già sposato con l’attrice Flora Carabella, la Deneuve aveva alle spalle amori turbinosi con i registi Roger Vadim e François Truffaut. Mastroianni aveva all’epoca 47 anni, la Deneuve solo 27. Non poteva passare inosservato, quell’amore. Con il candore di un ragazzo, Mastroianni interrogato a proposito della sua difficile posizione di marito e amante, disse: "È che io vorrei farle felici tutte!" Dopo la fine dell’amore, restò fra i due l’amicizia. La solidarietà. L’affetto. C’era lei, insieme a Chiara, a stringere la mano a Marcello Mastroianni sul letto di morte. E il cinema? "È stato per me un modo di vivere. Era mia sorella Françoise ad avere la vocazione: io iniziai perché mi chiamarono a interpretare sua sorella: era estate, non c’era scuola e accettai. Poi è diventata una cosa importante, malgrado me".

Ama, dice, gli attori che non si mettono in mostra, che sanno stare “dentro“ il film. "Ci sono attori magnifici, ma che danno sempre l’impressione di recitare da soli". Lei no. Ama collaborare con i registi, trovarsi sul set prima del ciak. Non ha mai usato il “metodo“, non ha mai letto i libri di Strasberg. "Gli americani – dice – recitano con il corpo: noi con la testa". Sarà questo il segreto della sua carriera lunghissima e felice, che le ha dato il César come migliore attrice per L’ultimo métro di François Truffaut nel 1981, la Coppa Volpi a Venezia per Place Vendome nel 1998, la Palma d’oro a Cannes come parte del film Dancer in the Dark di Lars von Trier, il Premio speciale alla carriera a Cannes nel 2008, e una nomination all’Oscar come migliore attrice protagonista, privilegio raro per un’artista non americana.

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