Mercoledì 24 Aprile 2024

Il sogno mancato di Liliana: il Museo Totò

Addio all’unica figlia del grande attore napoletano. Una vita dedicata alla memoria del padre e l’impegno (finora vano) per celebrarlo

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di Nino Femiani

Lascia alla figlia Elena l’impegno di un sogno. Lei, Liliana De Curtis, unica figlia del “principe“ Totò, si è spenta a 89 anni con un cruccio nel cuore: non aver visto nascere il museo dedicato al padre. Per quasi mezzo secolo Liliana – a cui fu dato il nome del grande amore del padre, Liliana Castagnola, l’attrice suicida per non essere riuscita a coronare quel legame con le nozze – si è battuta come un leone per ottenere un posto che rendesse omaggio alla memoria del più grande attore comico italiano. Inutilmente: si sono avvicendati sindaci di Napoli, presidenti di Regione, una decina di governi nazionali, ma del museo non v’è traccia. Doveva nascere nel Palazzo dello Spagnuolo, in via dei Vergini, a pochi metri dalla casa in cui, nel 1898, nacque Antonio de Curtis. Ma i lavori, partiti dopo il 2000, si interruppero quasi subito e il museo è restato una chimera.

Ora sulla salma ancora calda di Liliana sono in tanti a fare giuramento, a promettere che quell’opera si farà. Lo dice il ministro della Cultura, Dario Franceschini: "La scomparsa di Liliana de Curtis è un lutto per l’Italia e per il mondo del cinema. Non solo Napoli, ma tutto il Paese perde un’indiscussa protagonista del panorama culturale che ha lavorato con amore e energia per tener viva la memoria di suo padre, l’indimenticabile Totò. Il ministero è a lavoro – conclude Franceschini – per rendere concreta l’idea di una grande sede museale a Napoli capace di rendere onore e celebrare Totò, uno dei più straordinari, immensi artisti dell’Italia del Novecento".

Una conferma arriva anche da Palazzo san Giacomo, sede del Comune di Napoli. "Liliana ha tenuto viva la memoria di suo padre – dice il sindaco Gaetano Manfredi –, l’indimenticabile Totò, ricostruendone vita e opere a beneficio di chi lo amava e lo ama tuttora. In tal senso, è massimo lo sforzo dell’amministrazione comunale e delle Istituzioni nazionali affinché Totò possa avere presto il Museo che merita nel cuore della nostra città".

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Come si vede, un ventaglio di promesse, non dissimili dalle tante che si sono fatte nell’ultimo decennio (le ultime nel 2019 e nel 2021) , e con gli oggetti di Totò – dai manoscritti delle sue poesie e canzoni agli abiti di scena a partire dalla celebre bombetta – sparsi in modo incauto tra foyer dei teatri napoletani e qualche oscuro deposito.

Liliana è morta nella sua casa romana, i suoi funerali saranno celebrati domani a Napoli nella chiesa dei Vergini. Figlia di Diana Rogliani (la donna dalla bellezza mozzafiato a cui Totò dedicò la celebre Malafemmena) ha partecipato alle riprese di alcuni dei film paterni, come San Giovanni Decollato, ma ha calcato soprattutto il palcoscenico teatrale. Poi l’attività di scrittrice, con libri dedicati al padre: uno si chiamava appunto Malafemmena; con Miele e Matilde Amorosi diede alle stampe Ogni limite ha una pazienza; per Raitre curò il docufilm Io lo conoscevo bene, con interventi di Ninetto Davoli e Giacomo Furia. Ebbe due figli dal primo marito, il produttore Gianni Buffardi: Antonello e Diana. La terza figlia, Elena, fu invece concepita con il secondo marito, Sergio Anticoli.

Antonello descrive Liliana come una donna "meravigliosa, divertente, simpatica, piena di vita. Ha vissuto alla grande e purtroppo si è spenta lentamente, molto lentamente e questo è stato un grande dolore – racconta – Il regalo più bello che mi ha dato è l’aiuto, che non si nega a nessuno". L’altra figlia Elena, che ha dato vita all’Associazione Antonio de Curtis in arte Totò, racconta gli ultimi istanti di vita della mamma: "Mentre scrivo, sento il tuo respiro flebile e stanco, a breve questo respiro non lo udiró piú, ma mi pervaderá il sollievo, sollievo perché la tua sofferenza è terminata, apparterrai alla morte, sei diventa seria hai abbandonato le pagliacciate dei vivi. Grazie mamma, mi hai permesso di starti accanto fino alla fine, mi hai permesso di restituirti tutto l’amore di cui mi hai ricoperto. Ti voglio bene assaj".

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