di Nino Femiani Lascia alla figlia Elena l’impegno di un sogno. Lei, Liliana De Curtis, unica figlia del “principe“ Totò, si è spenta a 89 anni con un cruccio nel cuore: non aver visto nascere il museo dedicato al padre. Per quasi mezzo secolo Liliana – a cui fu dato il nome del grande amore del padre, Liliana Castagnola, l’attrice suicida per non essere riuscita a coronare quel legame con le nozze – si è battuta come un leone per ottenere un posto che rendesse omaggio alla memoria del più grande attore comico italiano. Inutilmente: si sono avvicendati sindaci di Napoli, presidenti di Regione, una decina di governi nazionali, ma del museo non v’è traccia. Doveva nascere nel Palazzo dello Spagnuolo, in via dei Vergini, a pochi metri dalla casa in cui, nel 1898, nacque Antonio de Curtis. Ma i lavori, partiti dopo il 2000, si interruppero quasi subito e il museo è restato una chimera. Ora sulla salma ancora calda di Liliana sono in tanti a fare giuramento, a promettere che quell’opera si farà. Lo dice il ministro della Cultura, Dario Franceschini: "La scomparsa di Liliana de Curtis è un lutto per l’Italia e per il mondo del cinema. Non solo Napoli, ma tutto il Paese perde un’indiscussa protagonista del panorama culturale che ha lavorato con amore e energia per tener viva la memoria di suo padre, l’indimenticabile Totò. Il ministero è a lavoro – conclude Franceschini – per rendere concreta l’idea di una grande sede museale a Napoli capace di rendere onore e celebrare Totò, uno dei più straordinari, immensi artisti dell’Italia del Novecento". Una conferma arriva anche da Palazzo san Giacomo, sede del Comune di Napoli. "Liliana ha tenuto viva la memoria di suo padre – dice il sindaco Gaetano Manfredi –, l’indimenticabile Totò, ricostruendone vita e opere ...
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