Giovedì 25 Aprile 2024

I nazisti sulle Alpi? La bufala dell’Agente 110

Ecco come la spia Usa Allen Welsh Dulles divenne l’artefice (o la vittima) di una gigantesca opera di disinformazione che cambiò la storia

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di Roberto Giardina

Un signore elegante, i baffi brizzolati, arrivò a Berna il nove novembre del 1942. Sarà l’artefice o la vittima di una gigantesca opera di disinformazione che cambierà la storia d’Europa. Il suo nome in codice è Agent 110, il capo dell’Oss in Svizzera, il servizio di spionaggio americano precursore della Cia. Allen Welsh Dulles ha 49 anni, il suo capo William Donovan l’ha destinato a Londra, lui preferisce la Svizzera neutrale e da cui, sostiene, potrà controllare il III Reich.

Secondo i suoi rapporti, Hitler progetta per l’ultima disperata resistenza di creare una Festung, una inespugnabile fortezza sulle Alpi bavaresi, difesa da centomila fedelissimi, asserragliati in un sistema di gallerie e trincee, esteso fino al Tirolo e l’Alto Adige. Lo storico Thomas Borghardt anticipa in un’intervista al Guardian le conclusioni del suo prossimo libro: non è vero niente, una balla, ma ingannò tutti, inglesi, americani e forse i sovietici, accecati dal mito di Hitler genio del male, pronto a una difesa folle fino all’ultima goccia di sangue.

Il generale Eisenhower fermò la sua armata giunta quasi alla capitale del Reich, ordinò alle divisioni di puntare sulla Baviera, e Stalin giunse per primo a Berlino, la Germania e l’Europa vennero spartite fino al 1989. Rimane poco chiaro chi furono i responsabili, e il perché. Goebbels, il ministro della propaganda, alimentò la leggenda, per rallentare l’avanzata americana, o furono i servizi segreti russi, oppure la spartizione d’Europa era già stata decisa a Yalta, e la messa in scena di Dulles servì agli americani per salvare la faccia e avere un alibi per aver regalato Berlino e metà Europa a Stalin?

Sul lavoro di Dulles a Berna aveva già scritto un libro Scott Jeffrey Miller Agent 110. Il Masterspy, il capo dello spionaggio, preferisce guidare i suoi agenti dal suo appartamento privato nella Herrengasse 23, nel romantico quartiere medioevale. Il via vai degli informatori non passa inosservato, tutti i suoi vicini sanno che quel signore con l’aria da professore è una spia americana. Comico, ma vero. Il primo dispaccio dell’Agente 110 è del 29 ottobre del ’43. La guerra è perduta, il Führer vuole arroccarsi intorno a Berchtesgaden, il Nido dell’Aquila, da cui progettava di conquistare il mondo. La Svizzera è un covo di spie, il documento giunge in Baviera nelle mani del Gauleiter Franz Hofer che vuole informare il Führer, ma Martin Bormann intercetta il messaggio che potrebbe demoralizzare i nazisti.

Dulles da casa sua progetta un attentato per uccidere Hitler, e intanto sui giornali in Europa e negli Stati Uniti continuano ad apparire rivelazioni sulla fortezza tra monti. Il 12 novembre del ’44, il New York Times scrive che migliaia di schiavi scavano tunnel di chilometri sulle Alpi, una zona dove non possono giungere i panzer, una fortezza inespugnabile zeppa di armi e munizioni. Hitler potrà condurre per anni una guerriglia nel cuore d’Europa.

Eisenhower è sorpreso dal contrattacco della Wehrmacht nelle Ardenne, e il 18 dicembre se ne va a Cannes in vacanza dal fronte a meditare su come proseguire l’offensiva. Il due febbraio anche la Weltwoche di Zurigo scrive che voci autorevoli confermano che Hitler intende difendersi nella roccaforte sulle Alpi… la Festung non è una leggenda. Il 4 marzo, gli americani hanno superato il Reno, l’Armata Rossa è a 80 chilometri da Berlino, ma Borghardt si sbaglia, i tedeschi si difendono metro per metro. Hitler spera di giungere a un armistizio, sicuro che gli alleati non vogliano regalare l’Europa ai sovietici.

Il 28 marzo, Eisenhower invia un messaggio a Stalin: ha annientato i nazisti nella Ruhr, ma è preoccupato per il pericolo di una resistenza a oltranza in Baviera, non parla di Berlino, intende puntare al sud. Stalin risponde subito: hai ragione, Berlino non è più un obiettivo primario, sulla capitale lascio avanzare nostre truppe di seconda categoria. Il due aprile, Eisenhower ordina alIa I Armata di interrompere i collegamenti tra Berlino e la Baviera, e alla III e VII armata di puntare a sud. Il comando è affidato a Patton che avanza senza incontrare resistenza. Churchill ha un attacco di rabbia quando lo apprende: la decisione di Ike è stupida e suicida, bisogna bloccare l’avanzata dei rossi.

Ma l’8 aprile, il New York Times informa che la roccaforte in Baviera continua a essere rafforzata, e pubblica i piani di quattro costruzioni… il sistema è più inespugnabile di Monte Cassino, conclude il giornale. L’11 aprile gli americani sono a Magdeburgo, a cento chilometri da Berlino, bastano due giorni per conquistare la metropoli. Ma giungeranno prima i sovietici. Dulles tratta con il generale delle Waffen SS Karl Wolff la resa delle truppe tedesche in Italia. Ed Edda Ciano gli consegnerà i diari del marito Galeazzo. Diventerà il capo della Cia nel ’53, si dovrà dimettere nel ’61, dopo il disastro dell’invasione di Cuba. Era convinto che la popolazione sarebbe insorta contro Castro. Sempre mal informato l’Agent 110.

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