Giovedì 25 Aprile 2024

Eclissi di luna tra superstizione e magia. L'anatema di Cristoforo Colombo

Il grande esploratore sfruttò con l'astuzia un eclissi lunare. Nell'antica Roma si accendevano roghi

Luna, eclissi lunare (foto di repertorio Dire)

Luna, eclissi lunare (foto di repertorio Dire)

Roma, 16 luglio 2019 - L’eclissi di Luna, come altri fenomeni celesti, è ancora in grado di suscitare paure ancestrali. Oggi abbiamo un approccio disincantato. Telescopi ultramoderni e missioni spaziali hanno scalfito l’aura di mistero che ruota attorno al disco lunare nel suo periplo. Ma le superstizioni sono dure a morire. Si innescano reazioni istintive tra le pieghe della mente. La descrizione della prima eclissi lunare, tramandata fino ai giorni nostri, risale a più di tremila anni fa. Fu ritrovata nelle pagine dell’opera cinese Zhou-Shu. Secondo gli studiosi, che rinvennero questo testo all’interno di una tomba, il fenomeno astronomico si verificò il 29 gennaio del 1137 avanti Cristo e venne interpretato come foriero di nefasti presagi. Le eclissi lunari anticamente erano considerate espressione della collera della divinità lunare. Una maledizione, insomma. Un pregiudizio che fu sfruttato abilmente dal grande Cristoforo Colombo durante i lunghi viaggi alla scoperta dell’America.

SUPERSTIZIONI - In occasione di una sosta forzata delle caravelle in Giamaica, nel 1503, i nativi, indignati per i ripetuti rastrellamenti di scorte alimentari da parte dell’equipaggio, alla stregua di un saccheggio, sospesero i rifornimenti di viveri e minacciarono gli europei. L’ammiraglio consultò l’almanacco e vide l’arrivo imminente di una eclissi di luna. Colombo organizzò quindi un incontro con il cacicco, capo della tribù, sostenendo che Dio in persona fosse arrabbiato con gli indigeni per l’ostilità dimostrata, e che la divinità si sarebbe vendicata facendo arrossire e poi oscurare la luna. La previsione, azzeccata, gettò nel panico le popolazioni locali che temevano l’anatema. Alla ricomparsa della Luna, ritenendo di essere stati perdonati a fronte di un ravvedimento, ripresero ad aiutare la ciurma, aprendo la strada all'epopea dei colonizzatori. 

TRA MAGIA ED ESOTERISMO -  Le fasi lunari, del resto, accompagnano ancora oggi una serie di eventi naturali, basti pensare all’influenza esercitata sulle maree, al comportamento degli animali notturni, o alle pratiche agricole più diverse (dalla semina al raccolto, dalla vendemmia all’imbottigliamento del vino). Forze primordiali e credenze si intrecciano con il folklore e la religione, fino a sconfinare con la fisiologia umana. Le fasi lunari sono considerate in grado di influenzare l’epoca del parto nelle gravide, l’alternanza delle mestruazioni nella donna in età fertile, si crede possano condizionare persino il carattere. La fase di luna piena è collegata al mito dei licantropi, l’oscuramento improvviso del disco lunare mette in ginocchio i lupi mannari, che perdono i loro poteri, salvo riprendersi dopo pochi minuti, quando l’ombra del Sole ha finito il suo corso. 

VICINO ORIENTE. Nella civiltà assiro-babilonese le eclissi di luna venivano pronosticate con un buon grado di precisione. I sacerdoti egizi al seguito di Alessandro il Grande, allo stesso modo ne avevano cognizione, anche se ignoravano le cause ricorrenti. Lo storico siculo Diodoro citava le eclissi come presagi, favorevoli o funesti a seconda delle modalità. Talete di Mileto, astronomo e matematico dell'antica Grecia, uno dei padri del pensiero occidentale, secondo Erodoto avrebbe intuito le cause delle eclissi. 

ANTICA ROMA. Plinio ricorda che prima della scoperta delle cause naturali del fenomeno gli uomini “credevano la Luna vittima di malefìci” e le venivano in aiuto con ogni sorta di rumori. Tanto è vero che i soldati romani, in occasione dell’eclissi di Luna nella notte tra il 21 e il 22 giugno del 168 a.C. istintivamente "si misero a battere oggetti di bronzo e alzarono verso il cielo tizzoni e torce in grande quantità" e fu Sulpicio Gallo a svelare le cause effettive delle manifestazioni. Nonostante tutto, i significati reconditi dell'altalena di luce e ombra continuavano ad agitare i sonni degli antichi romani. Così Tacito, negli Annali, ricorda l’eclisse di Luna verificatasi nella notte tra il 26 e il 27 settembre del 14 d.C. in Pannonia: “si vide oscurarsi improvvisamente la Luna nel cielo sereno. I soldati, ignari della causa di tale fenomeno, interpretarono l’avvenimento come presagio della sorte presente. Fanno dunque strepito con cimbali, tube e corni, presi dal giubilo e dall’angoscia a seconda che la Luna diviene più luminosa o più oscura“. 

CRISTIANITÀ - Da un’omelia di Massimo, vescovo di Torino, si capisce che gli stessi cristiani erano soggiogati dalla superstizione nel V° secolo dopo Cristo, e numerosi altri testi accennano ai clamores lanciati in Occidente, ancora in età medievale, in concomitanza con le eclissi di Luna. Un filo rosso che lega l’umanità ai rituali primitivi che hanno resistito fino quasi ai nostri giorni. 

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