Giovedì 25 Aprile 2024

E la Mayflower approdò nella Terra Promessa

Quattrocento anni fa i Padri Pellegrini, salpati da Playmouth, arrivarono in America. Con la prima “Costituzione” degli emigrati inglesi

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Terra, urlò il quartermaster al timone. Il capitano della Mayflower Christopher Jones si precipitò sul ponte. Pioggia, vento, onde di venti metri. Il cannocchiale gli svelò una lingua di terra davanti all’imboccatura di un’ampia baia. Non era la sua destinazione, ma dopo due mesi di odissea sull’Atlantico quella terra, qualsiasi terra, rappresentava la salvezza. Nella stiva, 23 metri per 6, gli uomini si abbracciavano, le donne pregavano, i bambini piangevano. Il sogno si avverava. La costa americana si profilava nel chiarore di un’alba gelida. Era il 21 novembre 1620 secondo il calendario gregoriano che però a quei tempi l’Inghilterra non rispettava (l’11 novembre, in base al calendario giuliano).

La Terra Promessa

Accadde quattrocento anni fa. E per un giorno almeno gli americani dimenticheranno il virus cinese, la crisi economica, le contestazioni elettorali e celebreranno il solenne anniversario. Un anniversario, che cade a ridosso della solennità più sentita, il Thanksgiving, ultimo giovedì di novembre, anch’esso dovuto ai 102 esuli sbarcati in quello che poi sarebbe stato chiamato Cape Cod in una regione che poi sarebbe stata chiamata Massachusetts. "Ci inginocchiammo e cantammo le lodi del Signore – avrebbe scritto nel suo diario William Bradford, il loro Mosè – avevamo raggiunto la nostra Terra Promessa". In quel momento nasceva l’embrione di una nuova nazione in un nuovo Mondo. Eppure i Padri Pellegrini, come vengono ricordati, salpati nel settembre 1620 da Plymouth, non erano stati i primi. Nel sedicesimo secolo erano arrivati gli spagnoli dopo avere saccheggiato Hispaniola, Cuba e Portorico. Cercavano l’Eldorado. Agli inizi del diciassettesimo gli inglesi. Si erano stabiliti in una regione che poi sarebbe stata battezzata Virginia. Fondarono una cittadina, Jamestown in onore di Giacomo I, il sovrano che aveva riunito sotto la stessa corona i regni di Scozia e Inghilterra. Erano 500. Dopo pochi mesi si erano ridotti a 60. Fame, malattie, lotta con i le tribù locali.

Una icona

E allora perché ancora oggi gli americani, a dispetto della Cancel Culture e della furia iconoclasta della sinistra radicale, mantengono la loro venerazione per la Mayflower? E perché la considerano l’espressione originale dell’identità nazionale? Per due motivi. Il primo: il Mayflower Compact. È un documento stilato dallo stesso William Bradford. Volle che venisse firmato da tutti prima dello sbarco. È una specie di Costituzione. Pochi articoli in cui si anticipano le linee di governo degli emigrati inglesi. Al primo posto la libertà di culto. I Padri Pellegrini erano puritani, avrebbero voluto purificare la Chiesa d’Inghilterra. Ovvio che fossero perseguitati religiosi, sia da parte della Chiesa anglicana e sia da parte della Chiesa Cattolica prima dello scisma di Enrico VIII. Avevano cercato rifugio in Olanda agli inizi del Seicento, ma quando Inghilterra e Olanda si allearono contro la Spagna e quando il sovrano inglese impose la cacciata dei puritani, questi non ebbero altra scelta che tentare l’avventura dall’altra parte dell’oceano.

Diritti individuali

La religione dunque. Ma ancora più significativo sul piano storico fu il principio secondo il quale la pratica di governo discende dalla volontà dei popoli e non da Dio come pretendevano le monarchie assolutiste europee. Per cui, pur riconoscendo la sovranità di Giacomo, i puritani codificavano i diritti individuali e la democrazia rappresentativa. Valori inimmaginabili in quell’epoca. Sarebbero stati recepiti un secolo e mezzo dopo dalla rivoluzione americana e sarebbero stati la bandiera della lunga guerra di indipendenza contro la madrepatria. Furono l’anima della Dichiarazione di Indipendenza e della Costituzione. Da notare, per inciso, che quei principi "inalienabili", come li avrebbe definiti Thomas Jefferson, in Europa si diffusero ancora più tardi. Il secondo motivo è legato al primo. I coloni di Jamestown erano sbarcati con il conforto di una missione ufficiale. E mantennero i contatti con la monarchia. La stessa Pocahontas, la bella principessa nativa americana, morì in Inghilterra. I puritani invece erano dei fuggitivi. Della terra di provenienza avevano mantenuto la lingua e l’eresia. E basta. Nessuno se non il capitano della Mayflower si sarebbe mai sognato di riattraversare l’oceano in direzione opposta.

Una strage

Ma quante sofferenze! Erano sbarcati all’inizio di un inverno precoce. La neve impediva di costruire le capanne. Rimasero sulla nave. Erano 150 fra passeggeri e equipaggio. A marzo ne erano rimasti 68. Cause: il freddo, la mancanza di cibo e soprattutto una malattia che provocava emorragie e febbre alta, la leptospirosi (dalle urine dei topi da cui la nave era infestata). I sopravvissuti lo debbono al buon cuore della tribù Wampanoag che passò loro qualche sacco di mais. L’anno dopo i suoi membri furono ospiti dei padri pellegrini. Fu il primo Thanksgiving multietnico della tradizione. Il capitano Jones tornò a Londra. Il Mayflower era ormai un rottame. Il legname utilizzato per una stalla. Una copia del mitico veliero venne costruita negli anni Cinquanta. Ora si trova nel museo di Cape Cod. E i turisti rimangono sbalorditi. È lunga 30 metri e larga 8. Un guscio di noce per la traversata più importante della storia moderna.

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