Mercoledì 24 Aprile 2024

Dove andare a Capodanno, 5 mete speciali fuori dall'Europa

Dalla modaiola New York City alla misteriosa Etiopia, dalla selvaggia Australia all' assolato Sud Africa, fino alle mille luci di Tokyo

il Waterfront di Cape Town per festività al caldo

il Waterfront di Cape Town per festività al caldo

Capodanno senza limiti e confini, ovvero voglia di festeggiare l’arrivo del 2019 in maniera davvero speciale? Ecco cinque affascinanti mete nel mondo: ovvero, “dimmi che turista sei e ti dirò dove andrai”.

New York per modaioli al top Un classico da vivere almeno una volta nella vita: il mitico Capodanno a New York City, dove le feste sono cominciate il 13 dicembre in Times Square, con l’esposizione i due numeri 1 e 9 in formato gigante, fino al 22 dicembre. Il 28 dicembre, nella Broadway Plaza di Times Square, si svolgerà il Good Riddance Day per distruggere i brutti ricordi del 2018 e iniziare al meglio l’anno nuovo. Fino al 29 dicembre si potrà appuntare sul Wishing Wall della Times Square Plaza sogni e buoni propositi per il 2019, su foglietti di carta. La notte di San Silvestro i desideri verranno lanciati come coriandoli sulla folla come buon auspicio per il nuovo anno. La vera tradizione del Capodanno a NYC è il Ball Drop, la discesa della sfera luminosa dal grattacielo One Times Square per il countdown alla mezzanotte del nuovo anno. La sfera pesa circa 6 tonnellate ed è coperta da 2.688 cristalli Waterford, che illuminano la notte con oltre 16 milioni di colori caleidoscopici. I locali vicini offriranno agli ospiti un brindisi con vista, per l’arrivo dell’anno nuovo. Il famoso show di Capodanno Dick Clark’s New Year’s Rocking Eve with Ryan Seacrest trasmetterà nel mondo i festeggiamenti di Times Square. Lo spettacolo sarà presentato da Ryan Seacrest e Jenny McCarthy con numerose star internazionali. Altre info su www.nycgo.com. Eritrea sulle tracce della storia Chi vuole unire i festeggiamenti per l’anno nuovo a un’avventura indietro nel tempo, potrà visitare l’Eritrea. Sarà un’esperienza davvero coinvolgente, soprattutto per noi italiani, in un paese con tradizioni così fortemente legate al nostro periodo coloniale. La città di Asmara, definita “la piccola Roma”, con la sua atmosfera da cittadina coloniale italiana dell’epoca fascista e con uno stile architettonico fermo agli anni ‘30, offre vivide parentesi di italianità: il Cinema Impero, il Caffè Roma, la concessionaria Fiat Tagliero e tanti abitanti che parlano ancora la nostra lingua. Per queste caratteristiche, nel 2017 Asmara è stata proclamata patrimonio UNESCO. Sebbene oggi sia la terza città dell’Eritrea per importanza, dopo Asmara e Massawa, a Keren si respira ancora un’aria raccolta, di un ambiente intimo. Il lunedì è un importante giorno di mercato a Keren: è un caleidoscopio di persone, storie e situazioni; si respira un’aria più mediorientale che africana, con molti uomini che indossano il turbante e contrattano come in un vero souk. Gente proveniente dalle montagne e dai villaggi circostanti si raduna tra decine e decine di cammelli, carichi di fascine di legna da ardere, nella speranza di concludere qualche buon affare. Massawa è una città il cui fascino è stato influenzato nei secoli passati da portoghesi, arabi, turchi, egiziani, inglesi, italiani e, soprattutto dagli eritrei stessi. E’ edificata su due isole, Taulud e Massawa, collegate alla terraferma da ponti. Sull’isola di Massawa si trova la parte più vecchia della città, che ha degli edifici corallini antichi e arcate che riflettono l’influenza turca, così come le antiche moschee. L’occupazione italiana di Massawa avvenne pacificamente il 5 febbraio 1885, da parte di un corpo di spedizione di 1500 bersaglieri. Da allora Massawa ha avuto una vita molto travagliata: da porto più importante della costa africana del Mar Rosso, agli anni bui dei bombardamenti durante la guerra con l’Etiopia, per ricominciare infine in questi ultimi anni una lenta risalita verso la pace e lo sviluppo. Le isole Dahlak, tra il deserto della penisola arabica a oriente e quello dancalo a occidente, sono uno degli ultimi paradisi sommersi, con barriere coralline fra le più belle e vergini al mondo. L’arcipelago si compone di oltre 200 isole e isolette, molte delle quali disabitate. Isolate dal turismo per oltre trent’anni, a causa della guerra di indipendenza eritrea conclusasi nel 1992, le Dahlak sono tuttora assai poco conosciute, per la mancanza di strutture alberghiere, turistiche e sportive adeguate. Eritrea dunque da scoprire, per festeggiare l'arrivo del 2019 in un Paese ancora lontano dal turismo di massa. Info www.viaggilevi.it. Tokyo, per chi ama i mille contrasti del Giappone... e la corsa ai saldi!Il Giappone è uno dei Paesi che maggiormente affascinano noi italiani, e in inverno Tokyo svela il suo lato più scintillante: al calare del sole la città si accende con eleganti e scenografiche luminarie, uno spettacolo imperdibile per chi visita la capitale del Giappone a dicembre. Le zone più popolari per ammirare le tradizionali installazioni sono Roppongi e Ginza, senza dimenticare Omotesando, Shinjuku e la grande stazione di Tokyo! Dalle passeggiate nei tunnel luminosi alle originali sculture della Tokyo Skytree, la città offre tanti eventi speciali per vivere la magia delle festività invernali. Ogni anno, Tokyo Midtown viene decorato con circa 500.000 scintillanti luci a LED. Quest’anno la sua attrazione principale, lo “Starlight Garden 2018”, è dedicata al tema della “nascita, vita e caduta delle stelle”. Le luminarie di Roppongi Hills fanno risplendere Keyakizaka, la sua strada principale, con circa 700.000 luci a LED : nel 2018 si celebra il quindicesimo anniversario di questo evento con il tema “Live Veil”. Le tradizionali illuminazioni invernali di Omotesando Hills quest’anno sono dedicate al tema “un’aurora appare in città”. Se le illuminazioni contribuiscono a creare la perfetta atmosfera natalizia, una visita ai mercatini di Natale allo Hibiya Park o alla pista di pattinaggio sul ghiaccio all’aperto assicurano un’immersione totale nello spirito delle feste. A Capodanno, Tokyo offre tanti appuntamenti imperdibili. Per un brindisi è possibile unirsi al countdown alla Tokyo Tower o al parco divertimenti Asakusa Hanayashiki, oppure andare a Shibuya Crossing per salutare il 2019 insieme ad altre migliaia di persone. Chi vuole immergersi nelle tradizioni locali è invitato all'Hatsumode, termine che sta ad indicare la prima visita del nuovo anno al santuario shintoista o al tempio buddhista, come Meiji-Jingu di Harajuku e Senso-ji di Asakusa. Se a Tokyo la notte del 31 dicembre si festeggia, il primo giorno e il secondo giorno dell’anno sono all’insegna dei saldi e di una shopping bag molto speciale. La “fukubukuro” o “lucky bag” è una borsa misteriosa contenente articoli di vario genere, venduta ad un prezzo prestabilito, è una usanza insolita e curiosa di questo periodo. I negozi preparano lucky bag con diverse tipologie di prodotti, dimensioni e prezzi e la vera sfida è scegliere quella più ricca, pur senza sapere esattamente cosa si sta acquistando. I lucky bag lovers fanno ricerche online per scoprirne il contenuto e alcuni negozi hanno iniziato a svelarlo in anticipo, anche se nella maggior parte dei casi si è rimasti fedeli all’idea originale di sorprendere gli ignari acquirenti. Spesso fuori dagli store più popolari come Isetan Shinjuku Store e Ginza Mitsukoshi si formano lunghe code e le borse fortunate si esauriscono velocemente. Non solo lucky bag: seguendo un’antica tradizione chiamata “hatsu-uri” di cui si trovano tracce fin dal Periodo Edo, tutti i negozi giapponesi festeggiano “la prima vendita dell’anno”, e alcuni grandi magazzini come Seibu e Sogoil 1° gennaio aprono molto presto. Nihombashi Mitsukoshi inizia i saldi il 2 gennaio e celebra il Nuovo Anno con rituali come la tradizionale danza del leone, conosciuta come “shishi-mai”, e allestimenti floreali, detti “Ikebana”. Diversi negozi invece danno il via alle svendite il 3 gennaio. Per tutti i fashion addicted un indirizzo da non perdere è Ginza Six, l’esclusivo centro commerciale situato nel cuore di Ginza. Info: https://tokyotokyo.jp o http://www.gotokyo.org/it/index.html

Australia per avventurosi C’è anche il Red Centre tra le destinazioni da visitare nel 2019 secondo Lonely Planet, che ha svelato le mete “Best In Travel” per il prossimo anno. Il cuore rosso australiano, nel Northern Territory, (https://northernterritory.com ) si piazza al 4° posto nella classifica delle migliori regioni al mondo da visitare nel 2019. Il Red Centre, che insieme al verdissimo Top End è una delle due macroaree del Northern Territory, ospita il celebre monolite Uluru, icona dell’intera Australia e uno dei luoghi più visitati dai viaggiatori. Ma questo vastissimo territorio è costellato da altre meraviglie naturali, formazioni rocciose millenarie, luoghi simboli, oltre all’offerta di tante attività per conoscere le tradizioni aborigene, la più antica cultura vivente al mondo, ed eventi organizzati tutto l’anno. Ecco alcuni dei luoghi da non perdere nel Red Centre.Un viaggio nel Red Centre non può che partire da Alice Springs, una piccola cittadina di frontiera. Qui ha sede la School of The Air, che ancora oggi impartisce lezioni via internet (in passato con il telegrafo) a studenti che abitano a migliaia di kilometri di distanza, e i Royal Flying Doctors Service i medici volanti che con i loro aeromobili prestano assistenza in qualunque sperduta regione australiana. Ad Alice Springs ci si può immergere nello spirito pioneristico dell’Outback visitando la Stazione del Telegrafo, avere un assaggio delle tradizioni aborigene in una delle tante gallerie d’arte, conoscere la flora e la fauna tipiche del Red Centre con un tour al Reptile Centre e al Desert Park, o esplorare i dintorni con percorsi di trekking adatti a ogni viaggiatore - da Alice Springs parte il celebre Larapinta Trail uno dei più bei sentieri al mondo secondo il National Geographic! Kings Canyon è uno spettacolare canyon a metà strada tra Alice Springs e Uluru, con ripide pareti rocciose di colore rosso che si ergono su intricate foreste di palme. Qui è possibile seguire il sentiero Rim Walk che si snoda per 6 km sul crinale del canyon e offre suggestivi passaggi tra le rocce e un panorama speciale, oppure percorrere la base per un itinerario alla portata di tutti. Nei dintorni i più avventurosi possono anche scegliere un tour in quad nel deserto dell’Outback. Infine, il magico Parco Nazionale di Uluru /Kata Tjuta. Che sia all’alba o al tramonto, ammirare la luce del sole che dona molteplici sfumature a Uluru è un’esperienza imperdibile. Fino al 31 dicembre 2020 è possibile emozionarsi camminando nel Field Of Light l’installazione luminosa creata dal famoso artista Bruce Munro che comprende 50.000 steli con sfere colorate, collegate con fibra ottica illuminata, che fioriscono non appena il buio scende su Uluru. All’interno del parco vale la pena includere una visita anche Kata Tjuta, il cui nome in lingua Pitjantjatjara significa “tante teste”. Si tratta di un’imponente formazione rocciosa composta da 36 cupole che può essere visitata con due sentieri percorribili a piedi per “entrare” nel cuore di questo simbolo vivente del ‘Dreamtime’. Info su northernterritory.com Sudafrica Se nell’emisfero boreale Capodanno sono sinonimo di montagne innevate e chalet di legno, in Sudafrica viene associato a feste in piscina, picnic all’aria aperta e barbecue (braai) sulla spiaggia. Anche qui non mancano però i tradizionali mercatini e i concerti. In Sudafrica infatti e celebrazioni natalizie iniziano i primi di dicembre quando vengono organizzati i primi concerti e le strade vengono illuminate con cascate di luci, creando così un’atmosfera magica. Dalle grandi città ai piccoli villaggi, dai centri commerciali alle piccole associazioni, tutti organizzano mercatini di Natale: è l’occasione perfetta per trovare regali di tutti i tipi, come prodotti di artigianato locale, addobbi e persino piccole tentazioni dolci e salate. A Cape Town da oltre 20 anni, i Kirstenbosch Carols by candlelight sono l’essenza delle feste: nei Kirstenbosch National Botanical Gardens ogni serata viene animata da performance di artisti locali, che culminano nel concerto dell’orchestra sinfonica e nel coro di voci maschili. È questa l’occasione per incontrarsi, scambiarsi gli auguri ma anche per assaggiare le prelibatezze gastronomiche locali. Un’altra attrazione di Cape Town sono i mercatini natalizi, che si tengono solitamente in luoghi suggestivi, come il V&A Waterfront presso il porto di Cape Town oppure tra i vigneti delle winelands.  Durban, città costiera della provincia del KwaZulu, offre il giusto mix di contesti urbani e vita da spiaggia. Dal 14 al 30 dicembre all’interno dei Durban Botanic Gardens – i più antichi di tutta l’Africa – viene allestito il magico percorso Trail of Lights: al calar del sole il giardino si trasforma in un parco divertimenti con sentieri luminosi tra gli alberi addobbati. Johannesburg, la città più grande del Sudafrica ospita numerosi eventi durante le feste, dai tradizionali mercatini agli spettacoli teatrali: quest’anno, fino all’Epifania, al Teatro Pieter Toerien di Montecasino va in scena A Christmas Carol, la bellissima fiaba di Natale di Charls Dickens.  www.southafrica.net.

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