Giovedì 25 Aprile 2024

Donna e horror: questa Palma è di Titanio

Cannes incorona la regista francese Julia Ducournau e la sua storia su una ragazzauomo. Gaffe di Spike Lee: annuncia il premio in anticipo

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di Giovanni Bogani

Un festival di Cannes tornato alla normalità, alla bellezza dei film, alla gioia di vedere tanta gente davanti e sul red carpet, finisce in maniera folle. Con una gaffe del presidente di giuria Spike Lee, che annuncia in anticipo la Palma d’Oro.

Siamo all’inizio della cerimonia. La madrina del festival di Cannes, Doria Tillier – attrice di gran talento – chiede a Spike Lee, primo presidente di giuria afroamericano della storia del festival, "Allora, mr. President, può dirci quale sarà il primo premio?". Intende, ovviamente, il primo in ordine di tempo. Si comincia sempre dai premi minori. E Spike Lee: "Certo, posso dirglielo. Il film che ha vinto la Palma d’Oro è Titane…". Non fanno in tempo a fermarlo né Doria Tillier né l’attrice Mélanie Laurent, membro della giuria, che è lì accanto e che sbianca. In giuria c’è chi ride, chi si mette le mani nei capelli.

La premiazione di un festival come quello di Cannes ha i suoi rituali, il suo climax, la crescita della suspense per arrivare alla Palma d’Oro. È una cosa seria, e anticipare di un’ora il nome del film vincitore, tagliare le gambe alla suspense, non è un dettaglio. Spike Lee, che è arrivato alla cerimonia in una mise coloratissima, cappello rosso, occhiali enormi rossi, pantaloni con tutti i colori dell’arcobaleno e scarpe da ginnastica, dopo il galà chiederà scusa: "Sono un appassionato di sport, so come vanno queste cose e ho combinato un pasticcio. Perdonatemi".

Ma il protocollo di questa premiazione è stato violentato dall’inizio alla fine: con due premi ex aequo non previsti, e per i quali mancava persino l’ "oggetto", la seconda scatola con la Palma, così che i registi vincitori si sono dovuti fisicamente contendere lo stesso premio. Vince il Gran premio della Giuria A Hero dell’iraniano Ashgar Farhadi. Il piccolo grande maestro iraniano, già premio Oscar, sta salendo sul palco, quando si sente dire: "Ah, no, ma è un ex aequo: vince anche Compartiment n° 6 di Juho Kuosmanen". Per fortuna, il regista finlandese con grande savoir faire dice "io sono un grande fan del cinema di Ashgar Farhadi, amo da sempre i suoi film", il regista iraniano si avvicina e i due si abbracciano. Uno dei momenti più belli della premiazione.

Come c’è grande commozione per Marco Bellocchio che riceve la Palma d’Oro d’onore alla carriera: "Due sole cose contano per fare film – racconta alla platea che lo omaggia con una standing ovation – : immaginazione e coraggio. Mi accorgo che le cose che ho amato di più sono state fatte con un atto di coraggio. Senza coraggio non nasce un film". E dedica la Palma alla sua famiglia e a Michel Piccoli. Paolo Sorrentino, che gli consegna il premio, dice: "La sua inquietudine rende grande il suo cinema. Il cinema è sempre il risultato di una guerra che l’autore ingaggia con se stesso: il cinema di Bellocchio è una lunga meravigliosa ribellione contro se stesso".

Dopodiché, la Palma d’Oro: Titane. Julia Ducournau riceve la Palma dalle mani di Sharon Stone in un turbinio di emozione, sospesa fra il riso e il pianto, portando sul palco i suoi protagonisti Vincent Lindon e Agathe Rousselle. E sfodera le nuove parole sacre del Nuovo ordine mondiale: inclusione, diversità, accoglienza. Il suo film è su una donnauomo con placche di titanio nel corpo, assassina seriale, ma tanto bisognosa d’affetto, che per sfuggire alla polizia si finge figlio (non figlia, figlio) del vigile del fuoco Vincent Lindon.

"Quando ero piccola ero sicura che tutti i film premiati fossero perfetti", dice Julia Ducournau, seconda donna a vincere la Palma d’Oro dopo Jane Campion per Lezioni di piano, "e stasera invece ha vinto un film imperfetto. Un film sulla mostruosità che fa parte della vita. Grazie alla giuria per aver accolto la diversità di un film inclusivo e fluido".

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