Giovedì 25 Aprile 2024

"Crudele Diabolik, il nostro sogno di bambini"

I fratelli Manetti parlano del loro attesissimo film: "Leggevamo i suoi albi di nascosto alle elementari. Se siamo registi, lo dobbiamo a lui"

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di Giovanni Bogani

"È il film che sognavamo di fare da quando eravamo bambini. Alle scuole elementari leggevamo gli albi di Diabolik di nascosto dai maestri: se siamo diventati registi, è grazie a quel sogno. Diabolik era il nostro sogno. E adesso è realtà".

I fratelli Marco e Antonio Manetti, 58 e 50 anni, lo raccontano così, il loro film nato da un sogno di bambini. Quando erano bambini loro, negli anni Settanta, Diabolik aveva già un passato. Era stato creato, nel novembre 1962, da due eleganti signore della Milano bene, le sorelle Giussani. E aveva conquistato presto milioni di lettori. Storie in bianco e nero, sentimenti rosso sangue.

Da due sorelle, a due fratelli: curiosa simmetria. Diabolik diretto dai Manetti Bros. è uno degli eventi cinematografici italiani più attesi dell’anno: uscirà nelle sale il 16 dicembre. Ieri, a “Ciné“, le giornate professionali di cinema a Riccione, per la prima volta si è visto il trailer ufficiale. E per la prima volta i due registi hanno parlato del loro film, in diretta Twitch sul canale del sito specializzato Movieplayer.

È stata un’attesa lunga. Girato a fine 2019, il film era già pronto a inizio 2020: poi sappiamo com’è andata. Fra le produzioni più impegnative di Raicinema degli ultimi anni, valeva troppo per essere abbandonato allo streaming. Produzione e distribuzione hanno tenuto duro: il film uscirà sul grande schermo. A indossare la maschera di Diabolik è Luca Marinelli. Miriam Leone è Eva Kant; Valerio Mastandrea l’ispettore Gink. Siamo nella Clerville degli anni ’60. Diabolik è riuscito a sfuggire alla polizia, a bordo della sua rombante Jaguar E-Type – fra l’altro, nel film sarà usata una vera Jaguar dell’epoca –: ma la città è messa sottosopra dall’arrivo dell’ereditiera Eva Kant, con il suo preziosissimo diamante rosa…

Antonio e Marco Manetti come definireste il vostro Diabolik?

"È un film tratto da un fumetto: ma non è “fumettistico“, o “fumettoso“. Per noi è un film, in tutto e per tutto cinematografico. Da tanto tempo aspettiamo di mostrarlo al pubblico: la situazione sanitaria ha fermato l’uscita per mesi, e adesso siamo emozionatissimi già per l’uscita del primo trailer ufficiale".

Negli anni ’60 Mario Bava girò un Diabolik che si ritagliò una sua dimensione cult. Lo avete rivisto?

"Sì, ma non per prendere esempio. Il film di Mario Bava è molto bello, ma assomigliava più a un James Bond all’italiana, non era poi così vicino al fumetto. Dal suo film, però, abbiamo cercato di prendere l’idea di effetti speciali molto “fisici“, non digitali. E ci è piaciuto molto anche il costume di Diabolik, nel film di Mario Bava: pantaloni di cuoio, “chiodo“ e maschera quasi sadomaso".

Prendete le mosse da un episodio specifico del fumetto?

"Dal terzo episodio della serie, L’arresto di Diabolik, uscito nel 1963: è quello nel quale Diabolik incontra per la prima volta Eva Kant. Ed era il nostro episodio preferito".

È stato difficile ottenere l’ok da chi detiene i diritti del fumetto?

"Erano decenni che provavano a fare un film da Diabolik. E Mario Gomboli, il direttore responsabile della serie, ha sorvegliato sul personaggio come un padre sul figlio, e ha detto sempre “no“. Stavolta si è convinto subito, e ci ha aiutati a scrivere il soggetto".

Nel cast del film anche Claudia Gerini, Serena Rossi – già protagonista di Ammore e malavita dei Manetti Bros., qui è Elizabeth, la prima fidanzata di Diabolik – e Alessandro Roja. E per gli appassionati, una notizia confermata: il film avrà due sequel: si tratterà dunque di una trilogia. Anche il cinema italiano avrà la sua saga, il suo “cinematic universe“.

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