Mercoledì 24 Aprile 2024

Mare Fuori, uno tsunami di giovani emozioni

Dietro le quinte della serie tv-fenomeno di RaiPlay. Parla la creatrice: "In quel carcere minorile vivono paure e speranze dei ragazzi"

"Altro che "fuori", il mare è entrato dentro come un vero e proprio tsunami. Siamo sulla cresta dell’onda, mi sembra incredibile. Ma sono molto soddisfatta perché siamo riusciti a parlare a tutti, anche ai bambini". A dirlo è Cristiana Farina, ideatrice della serie Mare Fuori (prodotta da Rai Fiction e Picomedia) di cui è anche co-autrice del soggetto e co-sceneggiatrice insieme a Maurizio Careddu. La serie racconta le vicende dei detenuti dell’immaginario istituto penitenziario minorile di Napoli, ispirato al carcere di Nisida, dove le storie dei ragazzi – molti affiliati a clan della camorra – si intrecciano a quelle del personale penitenziario. Nata nel 2020 ha raggiunto nelle settimane scorse numeri record su RaiPlay per l’uscita in streaming della terza stagione, ora in onda su Raidue.

Massimiliano Caiazzo: "Sono testardo come 'O Piecuro"

Paolillo in Mare Fuori: 'Edoardo' è pure autore e interprete delle canzoni della serie
Paolillo in Mare Fuori: 'Edoardo' è pure autore e interprete delle canzoni della serie

Come si spiega tutti questo successo?

"Mare Fuori è un racconto massimalista delle paure di un’età di mezzo, quella fase in cui tutti i sentimenti, paura compresa, sono al massimo della loro potenza. L’istituto di detenzione minorile è una bolla in cui “ragazzi interrotti“ hanno la possibilità di capire chi sono e cosa vogliono al di là di cosa sono stati fuori da quelle mura. È una parentesi di sospensione in cui hanno la possibilità di navigare nel loro mare interiore, fare nuove scoperte e conoscere nuovi mondi. Alcuni detenuti questo viaggio lo hanno compiuto o lo stanno compiendo con coraggio, affrontando la paura di scoprirsi deboli o incapaci di soddisfare i desideri dei propri familiari, vedi Filippo soprannominato O’Chiattillo (l’attore Nicolas Maupas, ndr). Altri pensano ancora che il coraggio sia quello di aggredire la vita, di vendicarsi e prendersi tutto passando sopra a ogni tipo di sentimento".

Questi ragazzi sono buoni o cattivi?

"Ogni personaggio non è completamente né buono né cattivo. Neppure Viola (l’attrice Serena De Ferrari, ndr): lei ha un forte disturbo psichiatrico che si porta dietro dall’infanzia segnata da violenze tra le mura domestiche in una famiglia disfunzionale, non è mai stata curata. Per questo è anaffettiva. Ma in punto di morte si capisce tutto questo dolore, le abbiamo reso giustizia".

Come nasce Mare Fuori?

"Da una mia idea avuta quasi vent’anni fa quando per la prima volta andai a visitare il carcere di Nisida, una realtà praticamente sconosciuta che mi colpì molto. A questo va aggiunto il confronto diretto con le problematiche di adolescenti, figli e nipoti, di amici e parenti. Con il lockdown il disagio giovanile è emerso in tutta la sua potenza, ma forse c’era anche prima. Adesso c’è più attenzione alla salute mentale dei ragazzi e con Mare Fuori si sono accesi i riflettori anche sulla condizione nelle carceri".

Mare Fuori vuole insegnare qualcosa?

"Non c’è la pretesa di insegnare, la serie vuole prendere per mano i ragazzi e far capire che c’è sempre una possibilità di recupero. A quell’età sta a noi adulti tendere quella mano".

La vita in carcere raccontata nella serie quanto è reale?

"Pur attingendo alla realtà di Nisida, ovviamente ci siamo presi delle licenze perché in carcere c’è maggiore controllo, più regole. Il personaggio di Naditza (l’attrice Valentina Romani, ndr) è ispirato a una rom che ho realmente conosciuto, che entrava e uscita dal carcere proprio perché rifiutava i matrimoni combinati. E poi attingiamo dalla cronaca, fonte – purtroppo – di tante tematiche della serie come la violenza sulle donne, l’amore tossico".

Se dovesse riassumere in pochissime parole cosa è Mare Fuori?

"La storia di una grande amicizia tra due ragazzi che vengono da due mondi diversi: Filippo è del nord, benestante con un promettente futuro da pianista, mentre Carmine (l’attore Massimiliano Caiazzo, ndr) è meridionale, appartiene a un contesto di criminalità da cui vuole uscire. Questi due adolescenti, con tutti i loro ‘casini’ diventeranno l’uno il mentore dell’altro".

C’è un personaggio a cui è particolarmente legata?

"A tutti. Ma se devo fare un nome, allora dico Pino ‘O Pazzo, è un pezzo di cuore. Violento ma anche vero, sincero".

Cosa succederà nelle nuove stagioni di Mare Fuori?

"La quarta è in fase di scrittura e c’è la volontà di proseguire con la quinta e sesta. Ma ora diventa difficile proseguire con la storia, viste le aspettative. In questa terza i ragazzi sono cresciuti, sono diventati grandi e si trovano a compiere delle scelte su come affrontare il mondo da adulti. E diciamo che il tema della scelta, di chi vogliono essere da grandi, continuerà anche nella prossima stagione".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro