Mare Fuori 3, Massimiliano Caiazzo: "Sono testardo come 'O Piecuro"

L'attore: "Il mio personaggio è un ragazzo che odia la violenza e la prevaricazione tipiche dello stile di vita che caratterizza il contesto in cui è nato"

“Ogni personaggio ha una ferita emotiva, come tutti noi essere umani. Nel caso di Carmine è il rifiuto”. A dirlo è uno dei protagonisti più amati di “Mare Fuori”, la serie Rai dei record, Massimiliano Caiazzo, 26 anni, originario di Vico Equense nel Napoletano, che da qualche anno si è trasferito a Roma. Dopo il suo esordio sul piccolo schermo nel 2016 con la serie “Furore”, diretta da Alessio Inturri, non si è più fermato tanto che nel 2018 è stato selezionato come uno dei nuovi dieci giovani talenti italiani per il progetto “Officine Lab” presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nel 2020, invece, ha vinto il premio Kineo Giovani Rivelazioni all'interno della 77esima Mostra del cinema di Venezia. Tra gli ultimi lavori ci sono “Filumena Marturano”, il film Rai di Francesco Amato uscito a dicembre 2022, il film drammatico “Piano Piano” di Nicola Prosatore in uscita nel mese di marzo e, mentre si gode il successo della terza stagione di “Mare Fuori” (e sarà presente anche nella quarta), è sul set di “Uonderbois”, nuova serie originale italiana Disney+.

Carmine 'O Piecuro di Mare Fuori 3
Carmine 'O Piecuro di Mare Fuori 3

Massimiliano, da un set all’altro. E il tempo libero? “Cerco sempre di ritagliarmi i miei spazi. Ho tanti hobby e passioni: mi piace scrivere, dipingere, andare a fare il bagno al mare, andare a fare shopping e giocare con Pablo, il mio cane. Ma anche oziare sul divano. Viaggiare è un’altra cosa che mi piace tanto e appena ho tempo andrò a trovare la mia Rocca, l’elefantina che che ho adottato grazie alla fondazione Sheldrick Wildlife Trust, che da anni si occupa di salvare e recuperare gli animali orfani nella savana kenyota”.

In “Mare Fuori” interpreta Carmine soprannominato ‘O Piecuro: chi è questo ragazzo? “Un adolescente appartenente a una nota famiglia camorrista di cui però non condivide né i principi né le azioni. E’ un ragazzo che sogna tutta un’altra vita, vuole fare il parrucchiere che per lui è una vera arte. Ma il suo desiderio di vivere una vita lontana dal crimine si annulla quando, per difendere la fidanzata da un tentativo di violenza, uccide un ragazzo del clan rivale della sua famiglia. Come dice spesso Carmine ‘è stato costretto, non aveva altra scelta’. Perché Carmine resta convinto del suo ‘no’ alla criminalità, anzi nel corso della storia la sua ferma contrarietà diventa sempre più forte”. Un aggettivo per descrivere Carmine? “Uno (ride, ndr)? Onesto, gentile, dolce, protettivo, amorevole, sarcastico, intelligente, determinato. E potrei continuare ancora. Diciamo che soprattutto è un ragazzo che odia la violenza e la prevaricazione tipiche dello stile di vita che caratterizza il contesto in cui è nato”. Ci sono aspetti del carattere di Carmine in cui si rivede? “La volontà: quando desidero una cosa o mi pongo un obiettivo persisto, nonostante tutto. E mi ritrovo anche nell’attaccamento ai sogni: Carmine sogna un futuro rispettabile insieme alla fidanzata Nina, un futuro migliore per la figlia. Mai smettere di credere ai sogni”. E Massimiliano cosa sogna? “Di continuare a recitare, ho investito tanto e tuttora sto continuando a studiare per crescere. Un sogno? Dividere il set con Zendaya”. Tornando a “Mare Fuori”, in queste tre stagioni quale è stato il momento più intenso da affrontare? “L’arco narrativo della seconda stagione è stato molto forte e difficile da raccontare. Il mio personaggio ha fatto scelte sofferte, è uscita tutta la sua umanità. In questa terza stagione invece Carmine attraversa un bell’arco, molto più introspettivo rispetto al passato. Carmine riesce a rialzarsi, il dolore lo ha reso forte e al tempo stesso ha maturato una nuova consapevolezza, la speranza di essere un buon padre per la figlia”. Perché Carmine piace così tanto al pubblico? “Perché è un personaggio che non ha etichette. E’ buono ma fa cose che i buoni non fanno, attraversa zone d’ombra ma riesce a prendere scelte per tornare alla luce. E la cosa bella è la sua generosità perché mette la sua luce a servizio degli altri, anziché custodirla gelosamente”. Come si è preparato per calarsi nei panni di Carmine? “Non conoscevo la realtà del carcere minorile, così mi sono documentato, ho fatto vari incontri con ex detenuti, ho visitato l’istituto penale per i minorenni di Nisida e ho conosciuto e mi sono confrontato con i ragazzi di ‘Scugnizzi a vela’, il progetto dell’associazione Life contro la devianza minorile”. Perché “Mare Fuori” piace così tanto? “È una serie che, con tutta la leggerezza del caso, fa riflettere su valori etici molto forti. E parla a tutte le fasce d’età. E’ una storia che parla di libertà, di sogni, di amore, di amicizia e nonostante siano tutti temi ‘limitati’ visto che ci troviamo in un penitenziario minorile, si sente la speranza e questa arriva anche al pubblico”. Quale è il clima che si respira sul set? “Sereno, disteso, poi certo ci sono giornate anche molto toste. Tra noi attori e con tutto il gruppo di lavoro c’è un bel rapporto di fiducia che permette un intenso confronto di idee e proposte. In questo mestiere, per me, la creatività è fondamentale”.

 

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